“Ci sono giornate in cui, per risollevarsi, basta un bicchiere di vino, baciato da qualche lacrima, a ricordarti l’eternità della materia che si trasforma”.
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Può un vuoto essere presente? Quando il vuoto coincide con la morte prematura e inaspettata di un uomo amato, padre e marito, il vuoto per assurdo si fa sentire come ombra presente, fiato sul collo.
È un vuoto che può lasciare delle vite in sospeso. Simbolo degli effetti del vuoto è in assoluto, in questo romanzo, la figura della signora Rosa, che da quel maledetto anno della scomparsa del marito, a Natale indossa sempre lo stesso vestito, senza riuscire a sganciarsi dai propri rituali.
Le tre giovani figlie le fanno compagnia in questa vita fatta di routine, piccole certezze, quei pasti consumati insieme nella tenerezza, con le candele accese, a volte nei silenzi che coincidono con turbinii di pensieri. Con Ada imprigionata nelle sue abitudini, Federica turbata da un amore inconfessabile e Guglielmina, che per sentirsi vicina al padre - in vita un macellaio - non fa che mangiare carne di cavallo.
Da queste premesse un po’ malinconiche si snodano piano piano rivoli di speranze e cambiamenti.
Sì, il vuoto è pesante ma non è lo scenario definitivo.
Le quattro donne, riflettendo, facendo leva sull’amore reciproco, si aprono gradualmente alla vita e alla propria identità. Sono più forti di quel che credono, il richiamo della felicità è più potente dell’odore del vuoto.
Ho letto questo romanzo di Antonella Maddalena, edito da Besa editrice, in due giorni.
Mi hanno incollata alle pagine diversi elementi. Mi è piaciuto molto il suo linguaggio piano e nello stesso tempo ricercato e poetico. Ho sottolineato molte frasi che custodisco come citazioni.
Ho apprezzato la tensione della narrazione. Ci sono dei piccoli colpi di scena anticipati, suscitando curiosità, e poi fatti esplodere.
Agli eventi esterni si intrecciano sapientemente i flussi di pensieri delle protagoniste che sono scenari di evoluzioni. È proprio vero che i cambiamenti nella vita derivano da quello che portiamo nella testa e nel cuore.
Ho amato molto l’occhio delicato della scrittrice che, anche quando racconta scene di tradimenti, non giudica mai. Si avverte molto il senso di comprensione femminile di Antonella Maddalena verso le turbolenze dell’animo umano, l’abbraccio verso l’essenza dell’umanità che è ricerca della felicità nell’imperfezione.
Ho condiviso quel senso di stupore e di speranza che non abbandona mai le donne del libro, anche quando prevale la tristezza. E che dire della ricerca della verità?
“Che cos’è la felicità, se non possiamo vedere la verità?”
“E quelle signore dai capelli lisci, biondi, bon ton? Mi piacerebbe spettinarle dentro. Forse loro sono più spettinate di me e dietro tutta quella forma si nasconde la meravigliosa perversione del vivere nude sotto l’etichetta”.
In conclusione, leggete questo libro: qui si parla di mancanze, alleanze fra sorelle, baci, passioni, si respira vita.
Ketty