Prima di
diventare madre il mio cuore era bianco latte o nero pece.
Provavo sentimenti
definiti.
Pura felicità o pura tristezza.
L’uno o l’altro.
Ora sono
un groviglio inestricabile di battiti del cuore intrecciati a “se” e “ma”.
I
pensieri ansiosi si annodano alle risate.
L'amore si mescola con i colpi di
sonno.
A volte
vorrei riuscire a provare di nuovo sentimenti ed emozioni dai colori piatti.
Senza sfumature, ombre, tratteggi.
Senza retrogusto.
Senza l’altra faccia della
medaglia.
Senza il rischio di una repentina piroetta.
E invece…
Rido di benessere vedendo i miei bambini rotolarsi nel prato al parco e nel frattempo fa
capolino la paura che possano farsi male.
Brindo e mi diverto quando esco con
le mie amiche ma dentro il grillo parlante mi ricorda che quella sera non canterò
loro la ninna nanna.
Mi compiaccio del mio nuovo acquisto e un po’ mi sento in
colpa per non aver messo quei soldi nel salvadanaio dei viaggi di famiglia.
Sono una
stupida.
Ho due bambini in casa, i maestri della felicità, e non imparo nulla da loro.
Quanta
saggezza nel loro saper gustare il momento presente senza pensare a quello successivo.
Quanta
spensieratezza nel loro affidarsi senza voler mantenere il controllo degli
eventi.
Quanta pura felicità nel loro saper trasformare in gioco ogni attività della giornata.
Ora chiudo
gli occhi e mi concentro: invece di oscillare fra la felicità e la paura che
finisca, meglio oscillare sull’altalena con loro!
Venite, bambini, andiamo a divertirci insieme, leggeri come i fiori di primavera!
Ketty