Post di Ketty:
Mi ha tolto il respiro.
Mi ha tolto il respiro.
Ho letto questo libro - edito da Edizioni Paoline - in apnea, prima in preda al tormento e poi quasi soffocata dalle lacrime di commozione.
È la storia di Isaac, un bambino ebreo internato in un campo di concentramento, raccontata con la voce e le chiavi interpretative della mente e del cuore di un bambino.
Cosa capivano di quel che accadeva quei bambini ebrei, violentemente separati dai genitori e prigionieri in luoghi dove pativano ogni giorno il morso della fame? Probabilmente, come Isaac, pensavano di essere finiti nella caverna delle streghe o si sforzavano di crederlo perché gli occhi dell'innocenza non possono neppure concepire un male così assoluto perpetrato dagli uomini.
"Ricorda il tuo nome, Isaac" gli sussurra la mamma prima di essere strappata via dal figlio dai soldati tedeschi.
Isaac resta solo e fa tesoro della memoria del suo nome che è anche quello del suo caro nonno.
Nel campo di concentramento vive terrorizzato, percependo che le giornate non hanno più colori.
Non riesce a giocare con gli altri bimbi a "chi fa il kapò" e si rifugia nel ricordo dell'amore, simboleggiato dal ciliegio che, nel tempo passato della libertà, ammirava in giardino mentre il caro nonno gli intonava dolci nenie ebraiche.
È il ricordo di quel ciliegio dai bianchi petali a dargli conforto.
È il ricordo di quel ciliegio dai bianchi petali a dargli conforto.
Un giorno gli si avvicina un giovane zingaro, alto, flessuoso e rugoso come il ciliegio del nonno. Si chiama Rasim. Rasim gli offre posto nel suo letto dividendo con lui la sua coperta, anche se troppo corta, condivide con Isaac il pane, lo avverte delle insidie sottese al comportamento dei soldati tedeschi e, il giorno dei bombardamenti al campo di concentramento, fa scudo col suo corpo in favore del bambino.
Molti anni dopo Isaac sarà padre e darà il nome di Rasim a suo figlio e al vecchio ciliegio del nonno.
Meravigliosamente poetica l'immagine del vecchio ciliegio che intreccia i suoi rami ad un giovane ciliegio nel giardino di Isaac divenuto ormai adulto.
Cosa rappresentano questi intrecci?
Meravigliosamente poetica l'immagine del vecchio ciliegio che intreccia i suoi rami ad un giovane ciliegio nel giardino di Isaac divenuto ormai adulto.
Cosa rappresentano questi intrecci?
I legami dell'amore.
Legami contro le separazioni dell'odio razziale.
Legami contro i muri dei campi di concentramento e tortura.
Legami di amicizia che oltrepassano differenze di età, provenienza e lingua, come quella fra Rasim e Isaac.
Legami di memoria contro le separazioni prodotte dall'oblio.
Perché dimenticare è separarsi dalla storia dell'umanità e da se stessi.
"Ricorda il tuo nome Isaac" gli aveva raccomandato la sua mamma, prima di essere portata via.
La memoria salva Isaac, la memoria salva noi.
Sublime testo di Lorenza Farina di cui vi segnalo in fondo al post altre pubblicazioni.
Sublime testo di Lorenza Farina di cui vi segnalo in fondo al post altre pubblicazioni.
Illustrazioni toccanti e poetiche di Anna Pedron.
Anche quest'anno, buon 27 gennaio, buona giornata della memoria a tutti.
Ketty
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