Post di Viviana:
Stamattina mi sono svegliata con un ricordo, un’immagine di me bambina mentre gioco nella terrazza dei miei nonni, a Siracusa. Una terrazza piena di sole (la ricordo solo così, probabilmente non pioveva mai!) dove trascorrevo tanto tempo con mia nonna mentre stendeva i panni o con mio nonno mentre annaffiava i fiori.
L’accesso alla grande terrazza avveniva da due porte finestre, quella della camera da letto dei miei nonni (altro luogo in cui trascorrevo molto tempo, giocando davanti alla toeletta di mia nonna o con le sue scarpe) e dal salone dove si svolgevano spesso pranzi domenicali, cene e feste.
Ho tante foto di me che gioco nella terrazza assolata, in estate e inverno, nonché ricordi di un’infanzia felice durante la quale venivo coccolata, corteggiata, viziata come si addice a qualsiasi prima nipote.
Vivevo con i miei genitori nella porta accanto, su uno stesso pianerottolo: per me era un’unica casa, passavo dall’una all’altra continuamente e stavo sempre con l’orecchio teso se i miei nonni uscivano, per intercettare il loro rientro. I miei zii erano ragazzi quando sono nata quindi sono cresciuta con loro, nelle loro camerette e con i loro amici. Mio zio suonava la chitarra o ascoltava le partite alla radio; mia zia aveva un poster bellissimo di Sophie Marceau, la protagonista del Tempo delle mele.
Ricordo, come se lo avessi adesso sotto il naso, l'odore del pomodoro messo a essiccare su tavole di legno, nella terrazza assolata. Da bambina non lo amavo, non lo trovavo nemmeno utile. Oggi darei chissà che cosa per avere l'estratto di pomodoro fatto da mia nonna, il pomodoro ricco di odori e sapori dell'estate di Sicilia. Stava fuori per giorni e giorni, mia nonna lo rimescolava col mestolo di legno, non si poteva toccare.
Per non parlare dell’odore dei pesciolini fritti (mia nonna friggeva d basta) che usciva prepotente dalle finestre di casa e mi raggiungeva mentre giocavo fuori in terrazza!
Indimenticabili le cene, nelle sere d’estate, sulla terrazza non più assolata ma dove si poteva sentire sotto i piedi il calore del sole ancora vivo nel pavimento.
Da quella terrazza mia nonna mi guardava andare via la mattina, quando uscivo di casa alle 7.35 per prendere l’autobus che mi portava a scuola. È sempre lì la trovavo quando si faceva l’ora di tornare a casa, alle 13.40.
Prima di girare l’angolo mi voltavo sempre per un ultimo saluto con la mano.
Non scriverò il motivo, ma quella terrazza ha un significato molto particolare per me e mia nonna, per qualcosa che ci ha unito ancora di più quando avevo 4 anni.
Indelebile il ricordo di quando, la sera del 5 gennaio, mio nonno mi teneva in braccio e dalla finestra su quella terrazza mi faceva vedere il cielo gridando: “La vedi la Befana!! Eccola eccola, è sulla scopa che gira e aspetta che tu vada a letto per portarti la calza!”.
E io: ma non la vedoooooo!
Ci credevo davvero.
Tempo fa sono tornata su quella via (da tempo abbiamo lasciato quelle case e quella zona), e inevitabilmente ho guardato la terrazza che si affaccia sulla strada.
È stato molto strano.
E stamattina, non so perché, ho rivisto me bambina su quel terrazzo pieno di sole. Ho un forte magone. È stato bello scriverlo.
Vivy
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Stamattina mi sono svegliata con un ricordo, un’immagine di me bambina mentre gioco nella terrazza dei miei nonni, a Siracusa. Una terrazza piena di sole (la ricordo solo così, probabilmente non pioveva mai!) dove trascorrevo tanto tempo con mia nonna mentre stendeva i panni o con mio nonno mentre annaffiava i fiori.
L’accesso alla grande terrazza avveniva da due porte finestre, quella della camera da letto dei miei nonni (altro luogo in cui trascorrevo molto tempo, giocando davanti alla toeletta di mia nonna o con le sue scarpe) e dal salone dove si svolgevano spesso pranzi domenicali, cene e feste.
Sullo scalino della terrazza - avevo 2 anni |
Vivevo con i miei genitori nella porta accanto, su uno stesso pianerottolo: per me era un’unica casa, passavo dall’una all’altra continuamente e stavo sempre con l’orecchio teso se i miei nonni uscivano, per intercettare il loro rientro. I miei zii erano ragazzi quando sono nata quindi sono cresciuta con loro, nelle loro camerette e con i loro amici. Mio zio suonava la chitarra o ascoltava le partite alla radio; mia zia aveva un poster bellissimo di Sophie Marceau, la protagonista del Tempo delle mele.
Con mio nonno mentre curava le piante |
Per non parlare dell’odore dei pesciolini fritti (mia nonna friggeva d basta) che usciva prepotente dalle finestre di casa e mi raggiungeva mentre giocavo fuori in terrazza!
Indimenticabili le cene, nelle sere d’estate, sulla terrazza non più assolata ma dove si poteva sentire sotto i piedi il calore del sole ancora vivo nel pavimento.
Da quella terrazza mia nonna mi guardava andare via la mattina, quando uscivo di casa alle 7.35 per prendere l’autobus che mi portava a scuola. È sempre lì la trovavo quando si faceva l’ora di tornare a casa, alle 13.40.
Prima di girare l’angolo mi voltavo sempre per un ultimo saluto con la mano.
Non scriverò il motivo, ma quella terrazza ha un significato molto particolare per me e mia nonna, per qualcosa che ci ha unito ancora di più quando avevo 4 anni.
Questa foto l'adoro: con la mia mamy |
E io: ma non la vedoooooo!
Ci credevo davvero.
Tempo fa sono tornata su quella via (da tempo abbiamo lasciato quelle case e quella zona), e inevitabilmente ho guardato la terrazza che si affaccia sulla strada.
È stato molto strano.
E stamattina, non so perché, ho rivisto me bambina su quel terrazzo pieno di sole. Ho un forte magone. È stato bello scriverlo.
Vivy
1 commenti:
Lascia un commentoChe bellissimo articolo�� a tratti mi sembrava i sentire il profumo del pomodoro... poi la tua mamma è bellissima e pure tu!
I ricordi spesso portano malinconia ma cerca di sorridere ad essi e di ringraziare per ciò che ti hanno regalato ��
Eliana