*Dedico questo racconto alla Fondazione Opera Santi Medici Cosma e Damiano - Bitonto - Onlus che ogni giorno sostiene le speranze di tante persone in difficoltà e dona occasioni di autentica crescita ai suoi volontari e al suo personale.
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RACCONTO DI PASQUA
Era un’umida
serata primaverile. Maria, 25 anni, aveva appena concluso il suo turno
da volontaria nella casa d’accoglienza della parrocchia.
L’esperienza di
ascolto e accoglienza di famiglie in difficoltà l’appagava molto, era componente
essenziale della sua personale felicità.
La riportavano con i piedi a terra, le
restituivano il senso profondo delle piccole gioie, le insegnavano l’amore quelle
storie drammatiche di donne allo sbando con figli inermi, padri che si
sentivano falliti per aver perso lavoro e casa, stranieri alla ricerca di altre
occasioni in paesi apparentemente nella pace.
Il cuore le bruciava ogni volta che, a fine turno, varcava l’uscita
di quella struttura di accoglienza. Ma dopo sentiva anche il bisogno di riposare, di tornare a casa e distendersi per qualche ora nella banale normalità della propria routine.
Quella sera buia e fresca, però, la vita le avrebbe richiesto
gli straordinari. Mentre raggiungeva la sua auto, Maria fu travolta da un odore
nauseante e intravide nell'ombra, sotto il porticato dell’edificio, due sagome
accartocciate in una coperta.
Provò ad avvicinarsi e riconobbe in loro
sembianze umane. Sentiti i passi di Maria, le due figure si levarono. Erano due
anziani, un uomo ed una donna, barcollanti, vestiti di cenci, avvolti dal puzzo
di alcool stantio.
Maria chiamò aiuto e, dopo qualche minuto, lei ed altri volontari si avvicinarono ai due anziani per chiedere loro di cosa avessero
bisogno.
“Mi chiamo Damiana” – raccontò la donna – “lui è mio fratello.
Cerchiamo solo un posto dove dormire”.
Non c’era posto in casa d’accoglienza e i volontari
decisero di pagare per loro una camera d’albergo. Il buon albergatore, con lo
sguardo di chi sa già come andrà a finire, non si oppose e offrì ospitalità.
Maria avrebbe saputo, qualche giorno dopo, che l’albergatore sarebbe stato
costretto a buttar via materasso, coperte e lenzuola per la puzza che avevano
lasciato i due inconsueti ospiti.
Dopo aver accompagnato i due senzatetto in albergo, Maria
tornò a casa, si lanciò in doccia e mentre l’acqua calda scorreva
accarezzandole la testa, ripensò ai due fratelli. Erano così diversi. Lui
ruvido, scontroso, sguaiato, con un odore che si appiccicava addosso, come fango, a
chiunque gli si avvicinasse.
Lei invece era dolce, un sorriso da bambina, disarmante. Quel che colpiva del suo aspetto erano i capelli: un cespuglio disordinato di
peli bianchi e biondi nei quali si erano incrostati anni di polvere e unto e
probabilmente nidi di insetti. Maria, addormentandosi, non riuscì a staccare la
memoria dal suono pacato della voce di Damiana.
Il giorno dopo i due anziani si ripresentarono alla casa d’accoglienza,
stavolta in cerca di cibo. Fu mentre osservava Damiana mangiare con inaspettata compostezza
che Maria fu fulminata da un’idea.
Si avvicinò a Damiana e le chiese: “Ti va di
fare una doccia?”. Maria si era convinta che sotto quella corazza di sporco e
abbandono si nascondesse, come in guscio d’uovo, una donna gentile e tenera
che, in altre condizioni di vita, sarebbe stata una nonna affettuosa.
Damiana
si stupì tuttavia accettò, aggiungendo che era inutile porre la stessa domanda a suo
fratello.
Si diedero appuntamento presso una doccia della struttura
parrocchiale. Maria e la sua amica Tina, un’altra volontaria, portarono con sé flaconi
di bagnoschiuma e shampoo, balsamo per capelli, indumenti puliti.
Damiana fece
la doccia da sola ma quando fu il momento di pettinare i capelli chiese aiuto.
Non c’era modo di districare quel groviglio di paglia secca sulla sua testa. Maria e
Tina indossarono dei guanti e l’aiutarono con due spazzole.
Ciocca dopo ciocca,
con delicatezza, le due volontarie pettinarono i capelli di Damiana che nel
frattempo sorrideva e ringraziava.
Ciocca dopo ciocca, parve che anche i
suoi pensieri stessero prendendo una nuova forma.
“Come mi piacerebbe andare
dal parrucchiere per tagliare meglio questi capelli” disse all'improvviso. Maria fu felice della richiesta. Andare
al parrucchiere è tutt'altro che un gesto di futile vanità. In questo caso aveva
il significato esplosivo di un bel Voglio prendermi cura di me stessa.
Maria accompagnò
Damiana dal parrucchiere e quando andò a riprenderla fu scossa da un’emozione
trascinante, quella generata dalla primavera che tutto fa rinascere.
Damiana
sembrava una persona nuova. I suoi capelli erano un prato profumato, le rughe
sul viso sembravano vellutate come certi petali di fiore, gli occhi brillavano
come l’alba della primavera.
Pulita, ben vestita e con i capelli biondo cenere scolpiti di
riccioli, non era più neppure l’ombra di quel corpo accartocciato che Maria
aveva trovato due giorni prima sotto il porticato.
Damiana camminava verso Maria più sorridente che mai. Maria
scorse in lei persino delle delicate movenza femminili nei fianchi, quelle
che le giovani donne a volte pronunciano per farsi notare.
“Damiana, se vuoi, puoi cambiare vita”. Le disse Maria. “Aiuteremo
te e tuo fratello a trovare una casa”.
“Mio fratello non vorrà”, rispose con dolcezza Damiana, “Lui vuole essere libero”.
Quel giorno Damiana e suo fratello mangiarono ancora alla mensa
della parrocchia. Quella sera però scomparvero. Di loro non si seppe più nulla.
Ogni tanto Maria pensa ancora a Damiana, a quel giorno che credette
di averla vista rinascere, risollevarsi da una vita di stenti. Poi riflette e
comprende. Comprende che Damiana, quei giorni, solo in apparenza era sbocciata a
nuova vita.
La verità è che per sentirsi viva davvero aveva bisogno di una sola cosa: accudire quello spirito libero di suo fratello.
La verità è che per sentirsi viva davvero aveva bisogno di una sola cosa: accudire quello spirito libero di suo fratello.
L’amore è l'unica rinascita.
La rinascita accetta la fatica del sacrificio.
Ketty
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Buona
Pasqua di Risurrezione a tutti.
P.S. Questa è una storia vera. Damiana è rimasta nel cuore di quella volontaria.
Con questo post partecipo al brainstorming creativo del gruppo Aedi digitali. Il tema della settimana è #rinascita.
2 commenti
Lascia un commentoBellissima storia... mi sono commossa!
ReplyGrazie per averla condivisa
Baci e buona settimana santa intanto, poi passerò a farti gli auguri di Pasqua.
Baci
Grazie, Maryclaire. Ti confido che mi batteva il cuore mentre la scrivevo. Augurissimi a te.
ReplyKetty