Ogni mamma ha un inizio ma nessuna fine.
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Era un pomeriggio qualsiasi, la giornata di lavoro era finita ma non
ero stanca. Mi sentivo cervello, cuore e gambe irrorate di energia, una
leggerezza che proveniva dagli abissi della mia coscienza. Le mie gambe si mossero liberamente, deviando dalla strada verso casa, e mi ritrovai in farmacia a
comprare un test di gravidanza. Nessun
sintomo, né nausea né disagio, solo una felicità senza ragione.
Era solo
l’inizio delle intuizioni materne che tutto sanno prima di sapere.
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La notte dopo il parto, dopo le prime ore di pace
assoluta, hai cominciato a piangere. Non sapevo interpretare quel pianto.
Neppure alla prima lezione di trigonometria mi sono sentita così scema! Le ho
provate tutte per calmarti (mangiare, pannolino, passeggiata ecc. ecc.) finché mi sono rassegnata e, semplicemente, ti ho stretta a me.
Era solo l’inizio della consapevolezza che non sempre saprò capirti ma che sempre un abbraccio potrà farci comprendere a vicenda.
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Quando hai cominciato a parlare, alcuni suoni ti mancavano. “Dirà mai acqua anziché “appia”?” ci domandavamo. Poi una mattina ti sei svegliata e
l’hai detta. Nella notte hai conquistato la “q”. Chissà, sarà stato merito di una
fatina, la fatina delle consonanti, nota cugina di quella dei dentini.
Eppure ho gioito di questo progresso meno di quello che mi sarei aspettata.
Era solo l’inizio della nostalgia tagliente di tutto ciò che fino ad allora ti aveva resa una neonata, quella creatura con me intimamente simbiotica.
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Una notte eravamo in campeggio, hai sfidato il buio per
andare nel bagno pubblico. Tu, assorbita dal sentiero scuro alberato, con una piccola torcia in
mano. Altro che principessa dalla pelle diafana, eri un lupetto!
Era solo
l’inizio dell’orgoglio di scoprire la tua autonomia.
***
Un anno fa, a cena con amici, senza preavviso, tu, di solito
di una timidezza immobile, hai preso la parola e ridendo di gusto hai
raccontato ad alta voce una barzelletta. Per un attimo mi sono chiesta se per sbaglio,
al posto della coca cola, avessi bevuto un po’ di Brunello di Montalcino, non
si sa mai!
Abbiamo riso tutti, non per la
barzelletta - che sinceramente faceva schifo - ma per la convinzione con
la quale l’hai interpretata. Addio comicità goffa e incosciente da bimba piccola.
Era
solo l’inizio delle nostre consapevoli e terapeutiche parentesi umoristiche.
*****
Non c’è modo migliore per sperimentare inizi che essere
madre.
Così tante prime volte, cosi tanti cominciamenti che danno le vertigini.
E batte il cuore e gira la testa, e giro giro tondo, casca
il mondo, casca la terra, tutti giù per terra… “Dai, mamma, rifacciamo questo gioco!” “Oh
nooo… e va beeeneee, tieniti pronta! Inizio!”
Inizi senza fine.
😊😊😊
E voi?
Quali sono stati i vostri inizi preferiti?
Ketty
Con questo post partecipo agli esercizi di scrittura del gruppo Aedi digitali. Il tema della settimana è #inizio.
4 commenti
Lascia un commentoChe dolcezza in questi ricordi. Quante prime volte, è proprio così per le mamme, non finiscono mai. Vi abbraccio forte
ReplyFrancesca
Che dolcezza in questi ricordi. Quante prime volte, è proprio così per le mamme, non finiscono mai. Vi abbraccio forte
ReplyFrancesca
Grazie, amica. 😍Ricambiamo l'abbraccio.
ReplyHai messo tutto: tutto il tuo, e anche quel briciolo di gioia dolce amara che accompagna la loro crescita, staccarsi dal litorale dove noi mamme eravamo tutto, per i nostri piccoli. Un inizio continuo. Non potevo non leggere questo post e, se mi conosci, sai che pezzi come questo mi emozionano tanto. Davvero, davvero grazie.
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