Navigando nel web si incontrano genitori creativi e ricchi
di idee molto stimolanti.
Uno di loro è Lorenzo Baccilieri, papà di due bambini,
scrittore dal curriculum variopinto.
Ho voluto fare una chiacchierata virtuale con lui per
scoprire qualcosa in più sul suo percorso e soprattutto sul suo ultimo
progetto, “IPSE DIXIT”, un libro che valorizza le voci e le intelligenze dei
bambini e promette di suscitare risate e riflessioni.
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1. Lorenzo, mi piace molto la definizione che dai della tua
essenza: “non senza difficoltà riesco a far sopravvivere la mia natura umanista
intrappolata nel corpo di un informatico”. Quando sono nati la tua passione per
la letteratura e l’interesse per l’informatica? Come riesci a conciliarli?
Il dualismo nasce durante l'adolescenza, dopo il liceo
scientifico mi sono iscritto a lettere moderne perché ero stufo di calcoli e formule,
sentivo più forte la passione per la letteratura, la musica e il cinema. Poi ho
dovuto fare di necessità virtù e la prospettiva di un lavoro sicuro in ambito
informatico mi ha di nuovo catapultato nel mondo degli algoritmi e della
programmazione. Non ho mai abbandonato l'amore per la lettura e per la
scrittura però. Difficilmente ho letto libri di divulgazione scientifica, a
scapito certo della mia formazione professionale, continuando a preferire i
grandi classici e gli autori moderni ai manuali d'informatica, le rassegne cinematografiche
e i concerti alle fiere della tecnologia.
2. Il tuo ultimo libro, “Ipse dixit” rivela anche una tua terza
passione: quella per i bambini. Quanto è stato determinante per il tuo percorso
creativo essere diventato padre?
Fondamentale. Stavo leggendo una raccolta di scritti di
Carlo Fruttero e un brano in particolare è stato illuminante: "Si tratta
di teneri extraterresti, di esasperanti alieni. [...] La loro origine - se ci
si riflette un momento - resta davvero imperscrutabile. Da dove vengono? Dove
sono diretti? Viaggiatori che sostano qui per qualche breve giro di luna,
subiscono una mutazione più o meno tormentata, e infine se ne vanno col loro
remoto, in gran parte dimenticato segreto. [...] Resta da capire chi siamo noi
- grandi - allora". Da qui la volontà, senza basi di psicologia ma con la
sola esperienza sul campo da genitore, di cercare di capirli più a fondo,
perché il tempo passato coi miei figli è prezioso e irripetibile, già oggi
fatico a ricordare come si comportavano qualche anno fa!
3. Il progetto ““IPSE DIXIT” parte dal concetto che i bambini,
già da piccini, quando non hanno ancora padronanza della lingua, elaborano ed
esprimono idee personali e sorprendenti e spesso ci inchiodano alla loro
logica. Quando hai avuto l’illuminazione di raccogliere le loro affermazioni?
La frase simbolo che ha fatto scattare la molla l'ha detta
il figlio maggiore di una coppia di amici, quando alludendo alla nascita di suo
fratello minore, ha detto alla mamma: "Ho capito come ha fatto ad uscire
dalla tua pancia quando è nato, io voglio sapere come ci è entrato!". A
pensarci bene, il ragionamento non fa una grinza. Se un bimbo esce dalla pancia
di sua madre, chi ce l'ha messo? E come?
4. Citi solo le frasi dei tuoi figli o hai avuto modo di
raccogliere i contributi di altri bambini?
La maggior parte sono frasi di Mario e Anna, i miei figli.
Avendoli sempre vicini è più facile ascoltarli e registrare ciò che dicono. Ma ho
trovato grande seguito fra i miei amici e colleghi che m'hanno inviato le frasi
o le hanno pubblicate direttamente sulla pagina facebook che abbiamo creato
apposta per non perderci nulla.
5. Qual è stata la frase che più ti ha divertito? E quella che
ti ha messo più in crisi?
Le frasi più divertenti a mio avviso sono di due categorie.
Una è quella in cui i bimbi cercano di affermare la propria posizione: perché devono vincere ad un gioco, perché si meritano più dolci, perché secondo loro
non è ancora ora di andare a dormire. L'altra, e giuro solennemente di non aver
riso al momento in cui queste frasi sono state dette, è la categoria che
contiene parolacce. Noi genitori cerchiamo sempre di moderare il linguaggio e in
questo senso, fra chi ha figli, è facile. Certo che gli amici senza bambini a
volte hanno un linguaggio un po' più - adulto - e sappiamo bene che i piccoli
captano esattamente quello che non dovrebbero ripetere. Però ripensare a certe volgarità
dette dalle loro voci fa molto ridere. Per fortuna è successo ben poche volte
comunque! Quella che m'ha messo più in crisi invece è senz'altro quella di mio
figlio che un giorno ci ha chiesto se i soldati che muoiono in guerra sono
buoni o cattivi. Oltre al concetto di vita e di morte, c'è pure di mezzo la
guerra. Una tragedia nella tragedia.
6. Mi piace questo tuo progetto perché riconosce un valore
letterario alle parole dei bambini prima ancora che comincino essi stessi a
scrivere. In un certo senso sono loro i veri autori?
Certamente sì. A me piace scrivere, m'han sempre detto che
scrivo abbastanza bene, ma i miei scritti si son sempre limitati a poche pagine.
Senza di loro, senza i bambini, non credo sarei mai riuscito a scrivere un
libro intero. Infatti anche questo è un libricino!
7. Un altro motivo per cui mi piace “IPSE DIXIT” è che può
stimolare noi adulti a prestare più attenzione ed ascolto ai nostri bambini.
Pensi di riuscire nell’intento?
In un certo senso sì, è una - gara - fra adulti. Se nella
cerchia dei nostri amici ci sono molte frasi di pochi bimbi, gli altri genitori
sono stimolati a mandarmi le frasi per vederle pubblicate e su Facebook e sul
libro. Quindi per forza di cose devono drizzare le antenne e cogliere le perle
dei propri figli. Secondo me è un esercizio utile e dilettevole al tempo
stesso: ascoltare i nostri figli è prioritario per capire come stanno, cosa
imparano e come crescono. E poi è senz'altro divertente, almeno nella maggior
parte delle volte.
8. Dove possiamo trovare informazioni per conoscere ancora
meglio il tuo libro, acquistarlo e sostenere il tuo progetto?
Tutte le frasi sono pubblicate sulla pagina Facebook, basta
andare a ritroso fino a marzo 2015, data dell'apertura della pagina. Ne pubblico
una ogni due giorni. Fate un po' voi i conti ma iniziano ad essere parecchie.
Mentre sulla pagina dedicata alla campagna trovate tutte le informazioni
necessarie, le bozze, i due formati nei quali preordinare il libro, le FAQ che
la piattaforma bookabook mette a disposizione per spiegare come funziona una
campagna.
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Su, allora, colleghiamoci tutti al sito BookaBook
e diamo il nostro contributo!
Ketty