Il mare #remembernovember

L'ho sognato stanotte, ancora una volta. C'è quasi sempre lui nei miei sogni. Io che lo guardo, io che mi tuffo, io che nuoto e galleggio tra l'acqua blu e cristallina, io che devo cercare di non cadervi mentre salto da uno scoglio a un altro...



Ci pensavo proprio in questi giorni, dopo l'ennesimo sogno "in mare", e credevo fosse normale mentre ne parlavo con un'amica in treno. 
A te non capita di sognarlo? - Chiedo.
No, mai. - Mi risponde. 
Io sempre. - Dico.

Stamattina puntuale come da dieci giorni a questa parte, arriva la mail di Silvia Ceriegi di Trippando e capisco tutto. Per il #remembernovember10 è stato dato il compito di riflettere e buttare giù su carta (virtuale) "il passato" e tutto quello che in questi primi giorni di novembre abbiamo condiviso per mezzo delle foto, e cioè l'umiltà, le radici, il nome, la famiglia, gli studi, i libri, gli amici, il lavoro e le passioni.

Cosa c'entra il mare? Me l'ha rivelato il sogno.

Lui esiste nel mio passato e vive dentro me, nel presente. E' insediato in quella parte della mia mente affiorando quasi ogni giorno, inconsapevolmente. Non ne parlo mai. Non dico mai che mi manca. Non dico mai "il mare qui è troppo lontano". Non dico mai "come si può vivere senza!?".

Si, è vero. Quando torno a casa, a Siracusa, dopo mesi che non lo vedo, fotografo il mare cercando di catturare ogni sua sfumatura (basta vedere le mie copertine su FB!!!), lo condivido all'infinito tediando chi mi legge e segue, lo immortalo in ogni sua onda e colore. 



Quando vivevo a Siracusa non me ne rendevo conto. Era "normale" affacciarsi alla finestra e vederlo da lontano; era normale passeggiare in ogni parte della città sentendone l'odore portato dal vento; era normale sentire il suo rumore nei giorni tempestosi; era normale trascorrere le domeniche di qualsiasi stagione sulla spiaggia per bagnarsi i piedi; era normale guardarlo dal finestrino dell'autobus mente andavo a scuola o all'università; era normale averlo a pochi passi da scuola; era normale averlo a pochi passi da casa; era normale averlo SEMPRE. 

Adesso lo sogno e, sognandolo, ricordo le mie radici, la terra da cui provengo, l'isola dalle mille contraddizioni, dove ancora esistono tante tradizioni e dove vive inesorabilmente una parte di me.

Il mio passato è lì, sul mare. 
Il mio presente è a 1000 km di distanza da lui, tra i monti e davanti a un fiume.
In mezzo c'è un filo che non si allenterà mai e che oggi, tra l'altro, lega al mare anche mia figlia e mio marito. 



Sognarlo spesso, e quindi vederlo, mi ricorda chi sono, la mia famiglia e in particolare i miei nonni che lo amavano e vivevano quotidianamente.

Voglio chiudere questo post con un ricordo, un'immagine che proviene da uno dei tanti racconti di mia nonna sul mare, che mi incantava quando ero bambina:
 "Negli anni '50, i siracusani facevano il bagno al mare, d'estate, in città. L'unica parte allora abitata era l'isola di Ortigia (oggi parte storica della città) dove viveva anche mia nonna con la sua famiglia. Che gioia per lei tuffarsi in mare e raggiungere a nuoto lo scoglio che ancora oggi si vede affiorare dall'acqua, quando il mare è calmo, chiamato "Isola dei cani"!!!.

Quando penso al mare di Siracusa, mi torna sempre in mente quello scoglio e il ricordo vivido di mia nonna, di un passato che anche lei porta dentro e che sa tanto di profumo di mare.

Vivy 
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