Sono stata sempre una persona sprezzante dei pericoli comuni.
Da giovane donna ho fatto lunghi viaggi da sola quando era ancora un tabù dalle mie
parti che una ventenne potesse fare una vacanza senza alcuna compagnia.
Ho dormito in ostelli della gioventù ospitali ma popolati anche da
personaggi fuori dalle righe.
Da scout non ho disdegnato sentieri avventurosi. Ricordo
con un pizzico di eccitazione quell'escursione serale in cui i nostri capi persero
letteralmente la bussola e ci ritrovammo nel buio di una notte fra i
monti su un sentiero a picco nel vuoto.
Incurante della bandiera rossa, mi sono tuffata con i miei amici nel mare agitato dai cavalloni, con le
sneakers ai piedi per attutire il colpo della spinta delle onde sugli scogli.
Poi sono diventata mamma.
Ho tenuto custodito fra le mie braccia due piccoli esseri indifesi
bisognosi delle mie cure per sopravvivere. Li ho osservati nella loro totale
dipendenza da me.
E piano piano, nel gioco dei delicati abbracci, delle carezze e dei baci
silenziosamente adagiati sui loro corpi, come farfalle che si posano su un fiore, per la prima volta nella
vita ho avuto paura.
Timori marziani hanno cominciato a strisciare nella mia testa: se si esaurisse tutto l'ossigeno della stanza mentre dorme, se a casa dell'amichetta che l'ha invitata a giocare ci fosse un cane chihuahua maniaco, se inciampasse nello spaghetto caduto dal piatto, se saltando sui gonfiabili venisse catapultato sulla collina, se ...
La paura accresce la fantasia horror. Probabilmente la saga di "Final destination" è stata pensata da una mamma.
Timori marziani hanno cominciato a strisciare nella mia testa: se si esaurisse tutto l'ossigeno della stanza mentre dorme, se a casa dell'amichetta che l'ha invitata a giocare ci fosse un cane chihuahua maniaco, se inciampasse nello spaghetto caduto dal piatto, se saltando sui gonfiabili venisse catapultato sulla collina, se ...
La paura accresce la fantasia horror. Probabilmente la saga di "Final destination" è stata pensata da una mamma.
Insomma, sono diventata una pappamolle, il coraggio da leone è abbattuto! Ho buttato tutto il mio ardimento in un
angolo buio della soffitta, insieme alle foto della mia onorata gioventù.
Quasi nessuno si è accorto di questo mio sensibile cambiamento.
Fingo spudoratamente. Gestisco. Contengo. Razionalizzo. Pratico la respirazione yoga.
Ho paura della mia paura, ho paura soprattutto di trasmetterla ai miei bambini.
Che non siano mai limitati nelle loro esplorazioni da una mamma ansiosa!
L’ansia è un mostro a due facce. È un termometro dell’amore ma nello stesso tempo, quando immobilizza, è una prigione per l’amato.
Fingo spudoratamente. Gestisco. Contengo. Razionalizzo. Pratico la respirazione yoga.
Ho paura della mia paura, ho paura soprattutto di trasmetterla ai miei bambini.
Che non siano mai limitati nelle loro esplorazioni da una mamma ansiosa!
L’ansia è un mostro a due facce. È un termometro dell’amore ma nello stesso tempo, quando immobilizza, è una prigione per l’amato.
Ed eccomi allora, io, a testa alta e schiena dritta,
accompagnare il mio spericolato bambino alle giostre. Lui,
secondogenito in continuo confronto con la sorella, un nanetto che si crede un
gigante, si dirige spontaneamente verso il ponte di corde sospeso “Sono grande
io”.
Interiormente sono agghiacciata al suo primo passo sulla corda ma non gli impedisco di avventurarsi. Sono pronta, con più radar della Nasa, a intercettare ogni incertezza dei suoi passi per poter intervenire in caso di caduta.
Interiormente sono agghiacciata al suo primo passo sulla corda ma non gli impedisco di avventurarsi. Sono pronta, con più radar della Nasa, a intercettare ogni incertezza dei suoi passi per poter intervenire in caso di caduta.
Eccomi poi a dire di sì con la bocca mentre urlo nella mente un no isterico quando
mia figlia mi chiede di andare a cena a casa di amici.
Osservando come i miei bambini si lanciano nella vita, mi rendo conto che qualche anno fa ero come loro, incosciente più che coraggiosa.
Osservando come i miei bambini si lanciano nella vita, mi rendo conto che qualche anno fa ero come loro, incosciente più che coraggiosa.
L’azzardo non ha nulla a che fare col coraggio. Come recita un adagio “Coraggio
non significa non avere paura ma avere paura e andare avanti lo stesso”. Il coraggio non è assenza di paura, è la spinta a oltrepassarla.
I coraggiosi sono consapevoli.
I coraggiosi sono consapevoli.
La mamma è coraggiosa quando lascia andare il figlio, ingoiando il boccone amaro delle proprie ansie.
La mamma è coraggiosa quando si fida del proprio figlio, sa che troverà la strada pur essendo inesperto.
Avete visto il film "Alla ricerca di Dory?". Il momento più toccante è quello in cui i genitori rivelano a Dory che hanno sempre creduto che lei, nonostante il suo grave difetto di memoria, avrebbe ritrovato casa. Loro si limitano a preparare la strada, un bellissimo sentiero di conchiglie. Dory farà tutto il resto.
Che strana ironia della sorte imparare il vero coraggio con i miei figli che
sono nell'età in cui ancora non distinguono i veri pericoli ma hanno paura del
buio!
Lo considero uno dei tanti doni della maternità.
E voi siete genitori coraggiosi?
Ketty
E voi siete genitori coraggiosi?
Ketty
4 commenti
Lascia un commentoAvendoti conosciuta nella tua fase 'impavida', stento ad immaginarti a sperimentare la paura; per me sei l'emblema del l'ottimismo! Detto questo, il post rispecchia esattamente la mia stessa situazione. È difficile accettare di non avere il controllo sulla sorte della creature per il cui bene ci trema il cuore, ma sperimento anche io la 'fortificazione' interiore che mi dà lo sforzo costante di non farmi imbrigliare dal timore e soprattutto di non trasmetterlo. Bacio solidale. Pinella
ReplyTesoro, come mi sento capita! Hai colto tutto con parole stupende! Un abbraccio a te che sei sicuramente una delle donne più coraggiose che conosco.
ReplyKetty
I figli ti scombussolano... anche io per loro ho tante paure che non avrei immaginato.
ReplyCon Nino, che è super pericoloso, a volte vengo presa dal timore più grande per una madre e non aggiungo altro.
Comunque, si cresce insieme a loro e si scoprono lati di cui non si aveva cognizione prima di diventare madre.
Un abbraccio Ketty, mamma meravigliosa
Francesca
Fenice cara, ti abbraccio anch'io. Si, come ci fanno crescere questi figli!
ReplyKetty