Dedico questo post a mio marito. Avremmo voluto scriverlo insieme ma non abbiamo avuto il tempo. Ne approfitto per scrivergli cose che forse a voce non gli direi.
*****
L’amore è fatto di tappe e di prove.
La più difficile da
affrontare è la genitorialità.
Prima prova: conoscersi (in modo non convenzionale)
10 anni fa era ancora un modo inconsueto per conoscersi: un
social network. Ti vidi in quelle foto, con i tuoi zigomi rosa pronunciati e
quelle foto tenere scattate con bambini bielorussi del progetto Chernobyl e ti
scrissi un messaggio.
Dopo un mese di amicizia virtuale, il primo appuntamento. Era un modo rischioso di conoscersi, soprattutto per te! Io sapevo tanto di te. Mi avevi inviato foto e dato informazioni dettagliate che avevo verificato facilmente.
Tu di me conoscevi solo una vecchia fototessera e il mio stile di scrittura. Per la prima volta nella vita che hai rischiato, ti è andata bene! Primo appuntamento, colpo di fulmine. Contro ogni previsione.
Prima prova superata.
Dopo un mese di amicizia virtuale, il primo appuntamento. Era un modo rischioso di conoscersi, soprattutto per te! Io sapevo tanto di te. Mi avevi inviato foto e dato informazioni dettagliate che avevo verificato facilmente.
Tu di me conoscevi solo una vecchia fototessera e il mio stile di scrittura. Per la prima volta nella vita che hai rischiato, ti è andata bene! Primo appuntamento, colpo di fulmine. Contro ogni previsione.
Prima prova superata.
Seconda prova: ma quanto siamo diversi!
Due perfetti sconosciuti per 33 anni. Una donna ed un uomo
che non hanno in comune alcunché, a partire dal Comune di nascita.
Due personalità lontane come il giorno e la notte. Tu razionale, io intuitiva. Tu cauto, io spavalda. Tu schematico, io creativa. Tu conservatore e tradizionalista. Io progressista e innovativa. Tu misurato, anche nelle coccole. Io traboccante di affettuosità.
E ci siamo messi insieme, contro ogni previsione.
Seconda prova superata.
Due personalità lontane come il giorno e la notte. Tu razionale, io intuitiva. Tu cauto, io spavalda. Tu schematico, io creativa. Tu conservatore e tradizionalista. Io progressista e innovativa. Tu misurato, anche nelle coccole. Io traboccante di affettuosità.
E ci siamo messi insieme, contro ogni previsione.
Seconda prova superata.
Terza prova: il matrimonio
Ci siamo sposati e abbiamo comprato casa. La nostra casa
dista 7 metri dalla tua casa da single e 700 km dalla mia casa da single.
Ho provato un po’ di vertigine ad abituarmi al nuovo ambiente, all'idioma toscano di provincia, ad avere un uomo sempre accanto dopo anni di bella vita da single, ai tuoi ritmi così diversi dai miei. Ancora mi infurio un po’ quando tu preferisci dormire fino a tardi anziché sfruttare l’oro del mattino con una moglie che ama l'alba.
Ho provato un po’ di vertigine ad abituarmi al nuovo ambiente, all'idioma toscano di provincia, ad avere un uomo sempre accanto dopo anni di bella vita da single, ai tuoi ritmi così diversi dai miei. Ancora mi infurio un po’ quando tu preferisci dormire fino a tardi anziché sfruttare l’oro del mattino con una moglie che ama l'alba.
Eppure gli anni da sposini sono stati felici e leggeri,
scivolati via fra viaggi meravigliosi, cerchie di amici che si estendevano fra
la mia Puglia e la tua Toscana, nottate a ballare, chiacchierare, guardare le
nostre serie tv preferite, ogni tanto litigare perché io e te non abbiamo una sola opinione
simile. In ogni caso, terza prova superata.
Quarta prova, la più dura: la genitorialità
Quando nasce un bambino, il filo degli equilibri si incrina.
Un figlio è piccolo solo nelle dimensioni.
Di fatto è lui il gigante di casa, colui che stabilisce i ritmi della quotidianità.
Un figlio è il sole intorno al quale mamma e babbo ruotano più o meno vorticosamente, sempre amorevolmente, di solito gioiosamente.
Un figlio è un filtro tra gli amanti, colui che si porrà sempre nel mezzo ad occupare il tempo che prima apparteneva solo a loro due.
Un figlio può essere una barriera che si innalza a separare i genitori o un ponte che li unisce ancora di più.
Un figlio è piccolo solo nelle dimensioni.
Di fatto è lui il gigante di casa, colui che stabilisce i ritmi della quotidianità.
Un figlio è il sole intorno al quale mamma e babbo ruotano più o meno vorticosamente, sempre amorevolmente, di solito gioiosamente.
Un figlio è un filtro tra gli amanti, colui che si porrà sempre nel mezzo ad occupare il tempo che prima apparteneva solo a loro due.
Un figlio può essere una barriera che si innalza a separare i genitori o un ponte che li unisce ancora di più.
Mi domandai con la prima figlia cosa ne sarebbe stato di
noi. Con due figli questo punto
interrogativo si raddoppiò.
La mia risposta, senza giri di parole e senza veli è: mi
sento unita a te ancor di più.
Da quando siamo genitori, grazie ai nostri bambini, ho
collezionato ricordi di un genere di romanticismo nuovo, mai provato.
Se prima era un romanticismo impastato di passione e risate, ora ha anche la voce cristallina dei bambini, il profumo dell’acqua di colonia per bebè, il colore dei ritratti che ci fa nostra figlia fra i fuochi d'artificio.
Se prima era un romanticismo impastato di passione e risate, ora ha anche la voce cristallina dei bambini, il profumo dell’acqua di colonia per bebè, il colore dei ritratti che ci fa nostra figlia fra i fuochi d'artificio.
Il mio salvadanaio dell’amore custodisce tante perle.
Te che durante il travaglio mi hai massaggiato la
schiena per ore, il miglior ostetrico che potessi desiderare.
Te che chiacchieri e ridi con i bambini ed io che, nascosta
dietro la porta, origlio e soffoco le risate.
Te che non sai cucinare ma ti cimenti in cucina, quando sono
troppo stanca, con fantasiose minestre rosé.
Te che sei così preciso nel ripiegare i vestiti di tutti che
io non ho bisogno di stirarli.
Te che come stilista per bambine sei da censura ma vesti il bambino meglio di quanto ti vesti tu.
Noi che andiamo al cinema dopo cinque anni di astinenza, con
l’entusiasmo di due fidanzatini, e ci baciamo guardando un film drammatico come
fosse una commedia sentimentale, ridendo perché qualcuno ci scambia per amanti.
Noi che quando i bambini precipitano in cadute da
paperissima, ci guardiamo con complicità, trattenendo le risate per non umiliare
i pargoli.
Noi che gridammo di gioia all'unisono quando la bambina
riuscì a pronunciare la lettera Q.
Noi che quando finalmente i bambini si addormentano,
esultiamo in silenzio per il “Via libera!”
Noi che scegliamo le mete di viaggio pensando ai loro
bisogni per poi divertici anche più di loro!
Noi che siamo ancora in disaccordo su tutto ciò che riguarda
politica, costume e società e veniamo zittiti da una cinquenne: “Mamma e babbo,
basta discutere!”.
E tante altre piccolezze di gran valore del genere.
C’eravamo tanto amati in un certo modo. Ora ci amiamo in
altro modo. E di più.
Ketty
8 commenti
Lascia un commentoParole bellissime per una coppia complice e allegra. Spero di rincontrarvi presto.
ReplyUn abbraccio grande
Francesca
io della semplicità non solo mi innamoro sempre ma mi ci commuovo pure sempre un po'
Replygrazie Ketty per questa finestra sul vostro bellissimo mondo!
La vostra storia è romanticismo puro, mi ha commossa.
ReplyGrazie per averla condivisa qui: è bella da mozzare il fiato!
Francesca, magari! Ti chiamo quando vengo dalle tue parti.
ReplySmack.
Ketty
Grazie a te, slowmom! Anche tu mi piaci assai!
ReplyKetty
Silvietta, sono contenta di aver trasmesso le emozioni che io stessa provavo mentre ricordavo e digitavo sulla tastiera.
ReplyUn abbraccio.
Ketty
emozionante --.... semplice e intenso come l'amore che ahi trasmesso atttraverso queste parole
Replygrazie ketty
veroveromamma
Bellissimo! hai ragione, tante prove...ma se le si supera la ricompensa e' un amore forte e intenso!
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