I due anni, per i bambini, sono i cosiddetti terrible two. Ne avete già fatto esperienza?
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Vi racconto dei cambiamenti che ho notato nei miei figli dopo il secondo anno di vita.
1) I suoi “SI”
diventano “NO”
Succede senza preavviso. I gesti quotidiani prima inseriti in un
confortevole rituale, d'un tratto diventano guerriglie.
“Amore, ti distendi
sul fasciatoio” “No!” , “Metti le scarpe, le tue preferite?” “No!” “Ti
addormenti con la mamma?” “No!”
C’è bisogno di una nuova bussola o dei sassolini bianchi di
Pollicino per ritrovare la strada.
Da dove riparto per comunicare col mio bambino?
2) I “NO”
non corrispondono a scelte precise
Il duenne dice no a prescindere dall'oggetto. Non dice “no”
perché ha un’idea diversa. Dice “No!” e basta.
Ha un istinto oppositivo.
La mamma cerca strategie persuasive.
“Metti il bavaglio, per favore.” “No”
“Non ti piace più questo bavaglio? “No!”
“Vuoi sceglierlo tu?” “No”
“Vuoi provare a mangiare senza bavaglio?” “No!”
“Non hai fame?” “No!”
L’altro giorno, però, dopo una catena di “No”, l’ho fregato
il piccolo ribelle…
“Hai bisogno di dire no?” E lui:“Siii!”
3) Non
capisce più l’italiano! Traduce in "si" i "no” della mamma
Interpreta i divieti come inviti, i consigli amorevoli come interferenze.
Interpreta i divieti come inviti, i consigli amorevoli come interferenze.
“Amore, non mettere le mani sporche in bocca altrimenti ti
spuntano le bollicine sulla lingua”. E lui che fa? Infila le mani sudice non
solo nella propria bocca ma anche in quella della mamma!
La mamma deve inventarsi un nuovo linguaggio per farsi
ascoltare. Bisogna usare espressioni positive.
Invece di dire “Non mangiare ora
la cioccolata” può dire “Certo che puoi mangiare la cioccolata! Dopo cena.”
Che faticaccia! Sarebbe meno faticoso frequentare un corso
di cinese – mandarino.
Ma poi come si fa a declinare in positivo tutti i divieti?
Come l’altro giorno che mio figlio si è arrampicato sul
muretto di due metri . In preda allo spavento ho urlato “Non lo fare!” . Immediatamente mi sono morsa la lingua mentre lui, dopo il mio “no”, aumentava
la velocità di scalata. Salvo per miracolo, ho corso più veloce del vento per
riprenderlo.
Mi resta il dubbio amletico: quali parole “positive” avrei
potuto usare per convincerlo a non salire?
4) Adora i
trasgressori
I primi due anni di vita il bambino impara dai fratelli, da
mamma e papà.
Mio figlio, per esempio, cresceva nell'imitazione della sorella
maggiore, lei era la sua stella polare. E siccome mia
figlia è una bimba giudiziosa, io ero serena.
Se non imitava lei, imitava me e il suo babbo. Discreti
modelli anche noi, non ci lamentiamo.
Poi succede che il duenne si apre al mondo, nella sua vita
entrano altri modelli e i più affascinanti sono quelli trasgressivi!
C’è un bambino che corre per strada anziché sul marciapiede?
Eccolo il duenne che gli corre dietro. C’è un bambino che urla parolacce?
Eccolo il duenne che gli fa eco! C’è un bambino che striscia sul pavimento.
Ecco il duenne che si rotola come un cencio.
5) Prima
chiedeva aiuto, ora vuol fare TUTTO da solo
Si, si certo. Su, figlio mio, taglia pure da solo la
bistecca col coltello da macellaio. Cammina da solo sulla tangenziale. Versa da
solo nella tazza il latte bollente. Dona alla tua mamma un po’ di ansia
gratuita, ché in fondo la vita di una mamma è troppo rilassante…
E poi vestiti da solo, aggancia la cintura di sicurezza da
solo... In fondo sei così veloce. Non ci metti mica 10 minuti solo per infilare
un calzino.
Insomma, è giusto che tu, duenne, impari a far tutto, magari
non proprio tutto in una giornata. Che so, oggi impari a infilare il calzino e
domani i pantaloni.
6) Non ti
dice più “Mamma, in braccio”, ti dice “Mamma, va' via!”
Il duenne è permaloso. Se gli vieti qualcosa, se non gli
permetti di fare da solo e se lo ostacoli nelle sue trasgressioni, sono scenate
da panico, affronti alla dignità del genere umano infantile, rivendicazioni da
attivista politico estremista.
Ed è in questo sussulto di orgoglio ferito che
il duenne pronuncia le parole più sferzanti che una mamma possa subire: “Va' via!”. La dichiarazione di indipendenza per eccellenza: “Lasciami solo”.
La mamma, pur angustiandosi interiormente, comprende che quel
“Va' via” significa solo “Mamma, soffro perché non mi hai capito” e, col briciolo
di energia che le resta dopo una giornata da stratega di guerra, cerca di calmarlo in
altri modi.
7)Il duenne, in fondo, è un passionale
Quel giorno ti ha cacciata via almeno 10 volte, ti ha
scalciato mentre provavi a infilargli l’impermeabile da pioggia e ha pianto un'ora contro di te.
Poi, quando meno te l’aspetti, si avvicina, ti avvolge nei
suoi d’abbracci, vorrebbe baciarti sulla bocca perché “Io marito tuo!” .
Ma il meglio viene la mattina, quando stai per andare al lavoro e ti dice, sciogliendoti il cuore: “Io
voglio la mamma tutto il giorno con me, col pigiama, nel letto”. Che non sarebbe neppure una cattiva idea!
Tanta ribellione, tanto amore.
Ketty
2 commenti
Lascia un commentoAggiungerei anche che subisce una strana metamorfosi:
ReplyUn attimo prima è tenero e coccoloso, un attimo dopo un Gremlins!
Si, Silvia, davvero! i cambiamenti di umore repentini sono pazzeschi. Ma da adolescenti cosa faranno?
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