Ti ho considerato sempre di secondaria importanza, uno di
cui puoi fare a meno sempre, finché arriva la notte... andiamo a letto e
via …
Uno di cui sbarazzarmi subito al mattino come di un peso
ingombrante e imbarazzante. All’albeggiare, per anni, non ti sopportavo più, sia
che tu mi lasciassi sulla pelle la carezza della seta, sia che tu mi avvolgessi
come soffice flanella.
Ti ho sempre tenuto addosso per il tempo strettamente
necessario alla mia utilità notturna ma al risveglio dovevi scomparire.
Tu, il simbolo della decadenza, della pigrizia che uccide, del cedimento alla anzianità.
Tu, il simbolo della decadenza, della pigrizia che uccide, del cedimento alla anzianità.
Finché sono diventata mamma.
E il ritmo giorno-notte è diventato una casualità. La notte
era giorno e il giorno era notte. E, per le prime settimana a casa col neonato,
ho scoperto che tu, oh pigiama, non eri un partner di riserva, no, eri invece
un alleato, un antidepressivo naturale.
Morbido e largo, così gentile da nascondere a me stessa i
miei chili di troppo sotto la tua ampiezza.
Con l’elastico superflessibile in vita, comodo da tirare giù
anche solo con una mano per poter fare la pipì, quando il neonato non voleva
staccarsi dal collo e mi restava solo una mano disponibile per far tutto.
Pratico da lavare e chi se ne importa se, nei lanci di cibo
del periodo “autosvezzamento” del figliolo, hai avuto più cerchi di unto di una friggitoria cinese. Un giro di lavatrice a 60 gradi ed eri
come nuovo.
Si, pigiama mio, che poi non sei neanche mio perché è stata
la mia saggia madre a comprarti per me (ora finalmente capisco perché mia madre
compra compulsivamente pigiami e pantofole!).
Col tempo, con la maturità che fa
apprezzare quel che prima pareva deprecabile, sei diventato un amico.
E così da quando ho ripreso a lavorare, da quando alle sei
del mattino indosso abitini e scarpette o jeans e stivaletti e resto così
vestita fino a sera, quasi quasi sento un po’ nostalgia di te, di quando il tuo
elastico morbido mi avvolgeva il ventre senza soffocarmi come fanno le mie
cinture fashion; di quando, indossandoti, allattavo a oltranza in ogni stramba posizione,
fregandomene di sgualcirti; di quando d’inverno il calore del tuo tessuto si
confondeva con quello del divano sul quale mi addormentavo all'istante appena si
addormentava il mio cucciolo; di quando era così bella la scena di me che
accudivo il neonato che chi veniva a trovarmi a casa neppure si accorgeva di
te, mio pigiamone da circo.
Ora mi rivolgo a voi, mamme che il giorno dopo il parto vi
siete ricalate nei panni di donne alla moda e sempre ordinate.
Credetemi, avete perso
un’occasione: quella dell'abuso giustificato del pigiama!
“Poverina…ma non ha tempo di vestirsi, con un neonato che
ciuccia 20 ore al giorno ed un’altra bimba piccola…”
E chi ve la dà più l’occasione di sentirvi così a vostro
agio in pigiama? Così #diversamentefighe?
Ketty
3 commenti
Lascia un commentoAhahahah! Ciao diversamentefiga, sono una nonna che da quando è in ensione è felicemente e diversamentefiga, che abusa di pigiami. Mi alzo al mattina e infilo il pantalone del pigiama per toglierlo quando ho finito di riordinare casa. Che figata!!! ^___^
ReplyGrande Anna!Troppo bella l'immagine di te libera nei pantaloni ampi del pigiama. Bacioni schioccanti.
ReplyKetty
Bellissimo post!!!
ReplyW il pigiamone che ti scalda e ti accoglie come (in certi momenti) non sa farlo nessun altro!