Il titolo può sembrare provocatorio poiché molti ritengono
che la storia di Gesù sia solo una leggenda romanzata, infarcita di credenze ed
illusioni di schiere di uomini che avevano bisogno di credere in qualcuno.
Leggendo il libro ci si rende conto che l’unica
provocazione, quella illuminante, quella che può rivoluzionare positivamente la
vita, è il meraviglioso messaggio di Gesù.
L’espressione Gesù “come un romanzo” del titolo spiega
semplicemente la tecnica narrativa adottata: l’autrice racconta Gesù come se
scrivesse un romanzo. C'è infatti una voce narrante, un uomo che vive accanto a Gesù,
che descrive i fatti ed esprime i propri moti dell’animo.
A parlare è Pietro, un uomo comune, uno di noi.
Pietro, come i suoi connazionali, vive un periodo di
oppressione politica , per via della dominazione romana, di oppressione religiosa, per via delle
rigidità formali dei religiosi del tempo, e di oppressione economica per via
della povertà dilagante. C’era un tale bisogno di riscatto e di libertà!
Pietro, con
tutte le sue personali contraddizioni e pur non comprendendo appieno tutti gli
eventi che coinvolgono Gesù, lo conosce, lo segue, lo ama, si lascia liberare
interiormente dalla sua buona novella.
Sono molto commoventi alcuni passaggi in cui Pietro mette a
nudo i suoi sentimenti.
Quando Gesù insegna ai suoi discepoli a chiamare Dio “Padre
nostro”, Pietro commenta: “Ogni volta che pregavo così, mi sentivo come se
fossi nella mano di Dio”.
Quando Gesù smaschera l’ipocrisia dei farisei, Pietro
riflette: “Allora capii perché avevo seguito Gesù. Io ero cieco ma lui no”.
Pietro usa lo stesso linguaggio semplice che useremmo noi
per parlare ai nostri cari della nostra quotidianità, come quando, per es. a
cena, si racconta al proprio marito di aver conosciuto una persona
speciale.
Si potrebbe anche pensare: che bisogno c’era di riscrivere
la storia di Gesù già puntualmente riferita nei Vangeli?
Immagino che la scrittrice, Maria-Aude Murail, autrice di
oltre 80 libri per ragazzi, abbia voluto tradurre la storia di Gesù in un
linguaggio semplice per raggiungere la comprensione e il cuore dei bambini e di chi non ha familiarità con il testo evangelico. In
questo intento riesce molto bene.
Con me, però, ha fatto breccia anche in un altro senso: mi
ha fatto venire voglia di scrivere la storia di Gesù attraverso il filtro delle
mie emozioni. Non che io voglia scrivere un libro, per carità. Mi è solo venuta
di affidare alla carta alcune esperienze del mio percorso di fede. Perché, come
nei Vangeli e come ben emerge in questo bel libro per ragazzi, l’esperienza di
fede è una relazione, l’incontro con Gesù.
E non c’è niente di più bello che
raccontare le relazioni significative della propria vita.
Grazie mille alla casa editrice CameloZampa per questa pubblicazione.
Buon avvento a tutti.
Ketty
2 commenti
Lascia un commentoBellissimo suggerimento,come bella l'idea di comunicare la propria esperienza di "incontro". Buon Natale
ReplyNe ho sentito parlare ma ancora non ho avuto occasione di leggerlo.
Reply