L'amica di rete Micaela ha lanciato una sfida:
#tanaliberatutte!
Si mette in discussione il modello della "mamma
perfetta" che domina nell'universo delle mamme blogger e non blogger.
Come sono io? Perfetta o imperfetta?
In preda ad una crisi d'identità, ho riletto i post personali in cui mi
racconto ed ho capito di avere il problema contrario al #tanaliberatutte: ma che cacchio di
immagine di me ho dato? Mamma extraterrestre con i miei racconti #noncelapossofare, mamma grassa alla prova costume, mamma stralunata , mamma che prende in giro il figlio, ecc.
Accidenti, forse dovrei ridarmi un tono! La mia immagine di mamma è
deplorevole!
Ma, in effetti, non me ne importa un fico secco.
Che significa essere "mamme perfette"? Boh?!
Ragioniamo un po', mumble mumble (come nei fumetti).
A scuola cercavo la perfezione per avere il massimo dei voti.
Nel lavoro cerco di essere perfetta, ho degli obiettivi da raggiungere.
In cucina seguo le ricette alla perfezione, più che altro per non perdere i miei cari per avvelenamento.
La perfezione si cerca quando c'è una sfida qualunque, quando c'è una competizione, quando qualcuno ti deve valutare.
Cosa c'entra il concetto di perfezione con la maternità?
È forse un concorso la maternità?
È un compito in classe?
Si vince qualcosa?
Mamme (che si ritengono) perfette e mamme (che si ritengono) imperfette, a tutte noi mi appello. Stiamo serene, bando alle ansie, ché di ansie ce ne sono già tante nella vita: terremoti, code in tangenziale, indice Istat, capi incapaci, bacilli tropicali … non ci bastano queste?
Stiamo tranquille, non facciamoci la gara, la maternità non è un'olimpiade.
Godiamoci la maternità nella sua stupenda sgangherata umanità.
Gli unici che avranno diritto di valutarci un giorno (forse) saranno i nostri figli.
“Mamma, sei una mamma imperfetta!”
“Perché tu credi di essere un figlio perfetto?” Tiè!
Mi sembra una scena surreale.
Mi aspetto piuttosto che i figli mi esalteranno con un "mamma ti voglio bene" o mi trucideranno con un "mamma, ti odio, non voglio vederti mai più!”.
Insomma, è questione di sentimenti e non di perfezioni-imperfezioni.
La seconda questione è: le mamme-blogger dicono la verità quando dispensano consigli?
Ormai, a furia di leggere post sugli stessi prodotti (si sa che le aziende coinvolgono più mamme blogger nelle stesse campagne), riconosco a naso le mamma blogger che scopiazzano il comunicato stampa dell'azienda e quelle che testano veramente il prodotto e lo recensiscono con sincerità.
Io non li leggo più i blog che scrivono suggerimenti standard ed impersonali, preferisco annoiarmi diversamente.
In conclusione, a cosa diavolo servono i blog delle mamme?
A ognuno la sua risposta.
La mia, sinteticamente, è questa:
Amo il mummy-blogging perché (in ordine sparso):
-
posso raccontarmi con la scrittura, scrivere mi fa venire il buonumore;
-
approfondire la mia amicizia con le mie colleghe
di blog Vivy e Francy (vi voglio bene!)
-
fare rete/amicizia con donne brillantissime e
intelligenti che danno un valore aggiunto alle mie giornate
-
conoscere aziende con prodotti e proposte che
migliorano la qualità della mia vita.
Baci a tutte.
Ketty
4 commenti
Lascia un commentoCondivido quello scrivi!!!! Diamo spazio ai nostri veri sentimenti!
ReplySi, Simona, sono d'accordo con te, l'autenticità ripaga sempre. ;-)
ReplySai che c'è? Hai ragione! Non solo siamo simili nel viverci questo mondo da mamme e blogger, ma siamo più che perfette così!!!
ReplyUn grande abbraccio :)
Simo
io non mi sento nè perfetta nè imperfetta. sono io e sono così. punto. ho anelato per anni la perfezione negli studi. ora penso "ah, se mi fossi divertita di più"; ho anelato ad una casa sempre in ordine urlando ai figli per ogni briciola. poi è arrivato il gatto oreste eh... lasciamo perdere. e l'elenco sarebbe lungo...
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