Anni fa, un pomeriggio, mentre ero immersa nello studio per un imminente esame universitario, mi telefona una carissima amica e mi dice che ha bisogno di parlarmi. Le chiedo di
raggiungermi subito, la conosco bene e so che non interromperebbe mai le mie sedute di studio se non per circostanze eccezionali. Giunta da me, con
aria sconvolta mi rivela: “Amedeo (nome di fantasia) mi ha confessato di essere
gay”.
Restiamo tutte e due in silenzio, basite, per lunghi interminabili minuti. Tutto ci aspettavamo tranne che il nostro carissimo amico fosse gay.
Restiamo tutte e due in silenzio, basite, per lunghi interminabili minuti. Tutto ci aspettavamo tranne che il nostro carissimo amico fosse gay.
Per qualche settimana mi sentii disorientata.
Erano tempi in cui non conoscevo donne e uomini omosessuali dichiarati.
Erano tempi in cui, dalle mie parti, l’argomento “omosessualità” era un tabù e non veniva trattato, se non con toni di derisione o di scandalo, dalla maggior parte dei miei conoscenti.
Erano tempi in cui non conoscevo donne e uomini omosessuali dichiarati.
Erano tempi in cui, dalle mie parti, l’argomento “omosessualità” era un tabù e non veniva trattato, se non con toni di derisione o di scandalo, dalla maggior parte dei miei conoscenti.
Dopo diverse riflessioni e domande poste agli amici più
stretti, un giorno feci a me stessa la domanda più importante: “E ora cambia
qualcosa? Lui è cambiato? Cambia qualcosa fra me e il mio amico ora che so che
è gay?”.
Nulla cambiava! Io gli volevo bene non perché davo per scontato che fosse eterosessuale, gli volevo bene semplicemente perché lui era così come era, col suo adorabile carattere.
Nulla cambiava! Io gli volevo bene non perché davo per scontato che fosse eterosessuale, gli volevo bene semplicemente perché lui era così come era, col suo adorabile carattere.
Dopo questa esperienza ed altre simili (ho conosciuto altre
persone omosessuali, bisessuali e trans in diversi contesti) nel tempo si è sedimentato dentro me
un abito mentale: quando conosco qualcuno, non ho la minima curiosità di sapere
se è eterosessuale o omosessuale. Mi sono posta questa
domanda solo quando ho provato interesse verso qualche ragazzo.
Ognuno di noi ha dei criteri di giudizio e di selezione
sulle persone. Ognuno di noi sceglie gli amici e le persone con cui condividere
percorsi di vario tipo.
Io, nelle persone, cerco certi valori e qualità: (in ordine
sparso) generosità, autoironia, creatività, senso di giustizia, semplicità,
gentilezza, coraggio, capacità d’ascolto, capacità d’amare, intelligenza, sincerità,
capacità di sacrificio, idealismo, indipendenza, buonumore.
A chi possono appartenere queste caratteristiche? Tutti
possiamo incarnarle, a prescindere dalle tendenze sessuali.
L’eterosessualità e l’omosessualità cosa c’entrano con i miei valori? Nulla.
L’eterosessualità e l’omosessualità cosa c’entrano con i miei valori? Nulla.
Con lo stesso criterio, guardo le famiglie, perché le
famiglie, sembra quasi banale dirlo, sono fatte di persone. Non mi interessa se
una famiglia ha una composizione cosiddetta tradizionale.
Io stimo quelle famiglie in cui si coltivano, nell'amore
reciproco, i valori e le qualità che ho menzionato.
Che c’entra con i miei valori, il fatto che una famiglia sia composta da eterosessuali o gay? Nulla.
Che c’entra con i miei valori, il fatto che una famiglia sia composta da eterosessuali o gay? Nulla.
Jack e George i due uomini che sono riusciti a sposarsi negli Usa dopo 54 anni insieme |
Amore e responsabilità vissuti ogni giorno.
Altre domande importanti, in questi giorni di cosiddetti
family day sono state: è giusto che delle persone impediscano ad altre persone
di amarsi e formare una famiglia?
La mia risposta è una bandiera, la bandiera "arcobaleno" , il simbolo della Pace.
E così anche la mia faccia, sul profilo facebook, in questi giorni ha i colori dell'arcobaleno e chisseneimporta dei detrattori.
E poi: è giusto che la paura del diverso, sia il motivo ispiratore delle leggi di un Paese civile?
La mia risposta è una bandiera, la bandiera "arcobaleno" , il simbolo della Pace.
E così anche la mia faccia, sul profilo facebook, in questi giorni ha i colori dell'arcobaleno e chisseneimporta dei detrattori.
E poi: è giusto che la paura del diverso, sia il motivo ispiratore delle leggi di un Paese civile?
Chi manifesta in piazza contro il riconoscimento delle
famiglie composte da persone non eterosessuali, forse si illude, in questo
modo, di debellare quel che ritiene un mostro?
È mai esistita una legge che ha represso l’amore fra due
persone?
Una legge può impedire a due persone di manifestare pubblicamente il loro amore ma l’amore resta, esplode dentro e prima o poi vincerà.
Una legge può impedire a due persone di manifestare pubblicamente il loro amore ma l’amore resta, esplode dentro e prima o poi vincerà.
Chi sono io, chi sei tu per dichiarare illegittimo,
innaturale, sbagliato o quant'altro il sentimento o l’unione di altre persone?
Chi sono io, chi sei tu, per impedire ad altre persone di essere felici?
Cambierei opinione se i miei figli un giorno capissero di essere gay? La risposta è nella foto che ho scelto per il post.
Cambierei opinione se i miei figli un giorno capissero di essere gay? La risposta è nella foto che ho scelto per il post.
Tante altre domande avrei ma mi fermo qui.
Ho riflettuto
giorni sull'argomento ed ora voglio solo mettere a tacere il pensiero razionale e abbandonare le emozioni ad un'immagine. Sabato scorso (era il giorno del gay pride) ero al concerto di Paola Turci a Bologna e sull'onda emotiva di una canzone romantica, due ragazze accanto
a me si sono baciate: un bacio appassionato, un bacio bello, bello esattamente
come quelli che ci scambiamo io e mio marito.
E voi che ne pensate?
Ketty
P.S. per ulteriori approfondimenti, per es. sulla questione "teoria del gender" segnalo il bel post dell'amica blogger Ana. Qui il link
Buona lettura!
E voi che ne pensate?
Ketty
P.S. per ulteriori approfondimenti, per es. sulla questione "teoria del gender" segnalo il bel post dell'amica blogger Ana. Qui il link
Buona lettura!
8 commenti
Lascia un commentoMi piace il tuo post, grazie Ketty!
Replygrazie Ketty! due tue domande sono importanti:
Reply- è giusto che delle persone impediscano ad altre persone di amarsi e formare una famiglia?
- Cosa cambia per noi?
Bacini!
Ciao Ketty, la penso proprio come te, non mi sono arcobalenata in facebook, ma non per contrarietà non impedirei mai a nessuno di seguire il proprio modo di essere, cosa cambia in me tutto ciò, niente, conosco copie dello stesso sesso e hanno esattamente una testa pensante, due gambe e due braccia come me, il mio pensiero arcobaleno o no resta lo stesso, preferisco esprimermi quando capita l'argomento ^__^
ReplyCon gli anni ho imparato a non sprecare il fiato: il confronto esiste solo con persone aperte, intelligenti, sensibili ed empatiche.
ReplyAltrimenti si rimbalza contro un muro di gomma, anzi...cervelli di gomma!
Tanti anni fa una mia cugina mi disse della sua omosessualità, non lo avevo capito, perché in realtà ci sono domande che non mi ero posta, perché ci sono cose a cui non do peso nel valutare una persona e una di queste è l'orientamento sessuale... condivido tutto quello che hai scritto!
ReplyCosì se riguarda persone lontane, vicine o se un domani riguarderà i miei figli.
L'amore è amore.
Un abbraccio
Ragazze, sono contentissima dei vostri commenti. Io sogno un mondo di "convivialità delle differenze" come diceva il grande Vescovo don Tonino Bello. Questo per me, significa, concretamente, anche riconoscere i diritti degli omosessuali.
ReplyKetty
Una domanda ti sei dimenticata:
Reply-come dire al bambino nato (per fortuna ancora...) da una donna e da un uomo "tua mamma non esiste, sei nato da lei, ma non importa, noi ti amiamo (mettiamo il caso di due uomini)"?
I figli non sono oggetti che si possono prenotare/pianificare/surrogare.
Non sono contro i gay, lesbiche, trans ecc.solo se lasciano stare i bambini.
La prima osservazione che mi verrà fatta: ma se due uomini adottano ed amano un bimbo, non starà meglio con loro che in orfanotrofio?
La mia risposta è semplice: no, sarebbe solo puro egoismo.
So che mi tirerò il mondo contro ma ognuno è libero di esprimere le proprie idee, no?
Ciao Anna, grazie della tua ulteriore domanda di approfondimento.
ReplyIo penso che due uomini o due donne possano dare ad un bambino lo stesso amore e la stessa felicità di due genitori eterosessuali. La differenza è, secondo me, che il figlio di genitori omosessuali deve affrontare più pregiudizi sociali. Nel mio vissuto, tuttavia, noto che i bambini reagiscono benissimo ai pregiudizi di ogni genere e reagiscono tanto meglio quando si sentono amati da famiglie solide.
Trovo più sofferenza in bimbi di genitori separati che litigano continuamente che non in bimbi che hanno alle spalle una famiglia solida (tradizionale, allargata, omosessuale o quant'altro).
Tanti bambini crescono bene con gli zii, i nonni, i genitori nuovi (se i genitori si risposano) e i genitori adottivi. In fondo anche queste figure non sono genitori biologici. L'amore compensa tutto.
Può essere che volere un figlio sia un atto di egoismo. Ad esempio è egoismo quando si decide di avere un bimbo e non ci si prende cura di lui oppure quando si usa il figlio per proiettare su di lui le proprie ambizioni, della serie "io non sono riuscita a fare la cantante, mia figlia lo sarà!" e magari alla piccola non interessa essere cantante.
Ma perché fare una differenza fra eterosessuali e omosessuali? L'egoismo, come l'amore, non ha genere.
A presto.
Ketty