La Bologna Book children fair 2015, mi ha dato la grande
opportunità, fra le altre, di partecipare alla presentazione di un libro utile
e ammaliante, il “Dizionario della Fiaba” di Teresa Buongiorno, Lapis edizioni.
L’autrice, presente all'incontro, mi ha molto colpita. E’ un
fiume in piena di conoscenza ed entusiasmo, una di quelle donne anziane
trascinanti che le conosci e pensi: “Vorrei poter essere come lei alla sua età”.
Nel suo curriculum,
per dirne solo alcune, vanta di aver lavorato come giornalista, scrittrice ed esperta
di letteratura per ragazzi, collaborando, fra gli altri, con Gianni Rodari,
curando programmi TV per la RAI e
facendo parte del comitato scientifico della Treccani Ragazzi.
Dallo spessore culturale ed esperienziale di questa donna,
nonna orgogliosa di quattro nipoti, nasce il “Dizionario della Fiaba”.
E’ un libro che ho comprato facendo volentieri la coda per
chiedere l’autografo dell’autrice e già so che resterà fisso sul mio comodino perché
è una di quelle letture che gusti in formato “pillole di sapienza”, qualche
minuto ogni notte, per poi addormentarti con la mente appagata.
Prima di addentrarmi nella descrizione della struttura del
libro, mi sembra bello riportare alcune considerazioni che Teresa Buongiorno ci
affida nelle sua introduzioni al libro.
Preliminarmente occorre domandarsi: cos’è la fiaba?
Di sicuro “[...] non c’è niente di più
popolare della fiaba […] sia perché si tratta di qualcosa che tutti conoscono sia perché giunge fino a noi da una tradizione orale, espressione di gente comune […].
popolare della fiaba […] sia perché si tratta di qualcosa che tutti conoscono sia perché giunge fino a noi da una tradizione orale, espressione di gente comune […].
Tuttavia, nonostante le fiabe abbiano radici popolari e ci
siano pervenute tramite il racconto orale, esse sono senz’altro un prodotto
letterario divenuto, nel secolo passato, anche un prodotto cinematografico.
Così, per fare un esempio, sono letteratura le fiabe di Andersen e nello stesso
tempo sono fiaba i romanzi di Lewis Carroll.
E’ dalla fiaba che nasce la letteratura perché, a ben
vedere, le fiabe sono lo specchio della società nel tempo, quello che Italo Calvino
chiamava “il catalogo dei destini che possono darsi ad un uomo e ad una donna”.
Insomma, nella fiaba c’è la vita di ogni popolo e di ognuno
di noi e le fiabe ci aiutano ad affrontare la vita stessa.
Teresa Buongiorno ci avverte, infatti, a proposito degli
eventi truci che a volte le fiabe raccontano: “Quelle terribili vicende che
volevamo tenere fuori dalla vita dei nostri figli, sono già nelle nostre famiglie:
tanto vale guardarle in faccia, riconoscerle e affrontarle. Che poi l’eroe
della fiaba sia sempre una creatura al margine – una donna, un bambino, persino
lo sciocco di turno, non può che consolarci. Questo significa che abbiamo tutti
una chance, a dispetto dei tempi, contro ogni logica. Proprio come Forrest
Gump.”
Per non parlare della funzione di “unione” fra i popoli che
le fiabe rivestono: esiste un repertorio comune alle culture dei popoli, anche
oltre i confini geografici. Per esempio ci sono riti d’iniziazione diffusi fra
gli Indios che ricordano l’abbandono nella foresta di Pollicino.
D'altronde, che la fiaba unisca, ce ne accorgiamo persino
nel nostro piccolo quotidiano perché chi ha letto gli stessi libri e conosce le
stesse storie finisce con l’avere subito un rapporto di famiglia.
Ma quanto è importante, allora, mantenere la memoria delle
fiabe e tramandarle ai nostri figli!
Il Dizionario delle Fiabe è uno strumento completo e duttile
per conoscerle e apprezzarle.
E’ suddiviso in tre sezioni:
- Storie e personaggi: il repertorio delle fiabe e dei personaggi tipici, in ordine alfabetico. Per ogni fiaba, come vedete nella foto, sono esposti con chiarezza e sintesi la trama, l’autore la raccolta, note sull’origine, le varianti, l’adattamento al cinema e/o alla TV ed una citazione significativa della fiaba o sulla fiaba.
- Autori e opere: ospita le voci relative ad autori di fiabe
- L’appendice: contiene il glossario dei generi letterari, la bibliografia e gli indici.
Il libro può ben essere definito una sorta di “mappa” nel
vastissimo universo delle fiabe di ogni tempo.
E di mappe abbiamo bisogno non
solo per non perderci nel bosco ma anche per avere orientamenti culturali e
comprendere il tempo in cui viviamo.
Un dizionario è la mappa per eccellenza in
quanto classifica e riordina, offre dei punti cardine.
A questo punto solo una domanda resta aperta: chi saranno
quella donna e quell’uomo che cavalcano nel bosco fitto raffigurato nella
meravigliosa illustrazione di copertina (copertina di Francesca D’Ottavi)?
Chiunque siano, fra i personaggi delle fiabe, quell'uomo e
quella donna sono un po’ come noi che corriamo nelle foreste intricate delle
nostre vite personali, in cerca di un sentiero verso il nostro castello, inteso
come luogo mentale/fisico dove sentirci al sicuro.
Con una “mappa”, anche culturale,
la possibilità di riuscire a trovare il nostro castello, diventa reale.
Buona lettura del “Dizionario della Fiaba”!
Ketty
10 commenti
Lascia un commentoWow! Che bellissimo consiglio di lettura, grazie!
ReplyPost utilissimo, ricco e coinvolgente. E' stato un grande piacere leggerti. Mi sono segnata il titolo!
A presto,
Valentina.
Grazie Ketti per avercene parlato.
ReplyMi segno il titolo anche io.
Tanti cari auguri per una Santa Pasqua gioiosa e serena ed un abbraccio Maria
Bello perdersi alla fiera di Bologna, tra libri con bellissime illustrazioni e autori pieni di verve ;)))
ReplyBuona Pasqua Ketti.
L'autrice mi ricorda la mia prof di letteratura per l'infanzia, stessa età, stessa grinta. probabilmente si conoscono. grazie del suggerimento
ReplyLibro davvero particolare che proprio non conoscevo.
ReplyCiao Valentina, grazie mille del tuo commento! Ho visitato il tuo blog. Che bello!
ReplyKetty
Auguri anche a te, carissima!
ReplyKetty
A Bologna io e Vivy ci siamo "ubriacate" di libri bellissimi! Tanti auguri, cara Anna Maria.
ReplyKetty
:-) . Anch'io ho ricordi di docenti del genere. Persone che lasciano il segno per sempre.
ReplyKetty
È fresco di stampa, penso.
ReplyAlla prossima!
Ketty