Domenica, 7.00 del mattino. Tutto il quartiere tace nel
riposo del giorno festivo, persino i passerotti che popolano il tetto di casa
sono zitti. Silenzio, lentezza, flemma, dappertutto tranne che nel mio salotto.
Qui è in corso una grande caccia al tesoro.
Il mio bambino
di 15 mesi, Capitan Curious Kid, sta setacciando da tempo ogni angolo di casa.
Esplora senza sosta gli spazi, manipola cose, rovista nei cassetti, chiude
porte, svuota il cesto dei panni, si lancia sotto il tavolo, parte
all'arrembaggio verso le scale, fa giochi di equilibrio sulla sedia.
Ma cosa
sta cercando? Qual è la sua missione? Quando si fermerà?
Nel frattempo, io, raccogliendo i brandelli di una me stessa
spezzata dal sonno, vigilo su di lui, lo seguo, limito qualche sua mossa
avventurosa e riesco a leggere qualche pagina di una guida per genitori.
Il mio sguardo si posa casualmente su una frase “E’ stato
detto più volte che per fare i genitori bisogna essere giovani”.
Alle pagine successive la descrizione di scene simili a
quelle che sto vivendo col mio piccolo Capitano.
Eppure sono perplessa. C’entra davvero l’età anagrafica con
la capacità di accudimento dei figli?
Più osservo me stessa e le altre persone, più sono convinta
che la “giovinezza” è fondamentalmente uno stato mentale.
Conosco tanti “anziani” che sulla carta d’identità risultano
essere nati molti anni dopo di me.
Conosco tanti "giovani entusiasti con la chioma del
tutto brizzolata.
Allo stesso modo, secondo me, “il genitore giovane” è un
modo d’essere.
Il genitore giovane, per me, è colui che, per esempio:
- adora giocare con i figli;
- si stupisce dello stupore dei bambini;
- accompagna con pazienza i babini nelle loro
scoperte;
- è disponibile a tollerare il mal di schiena e
il mal di gambe che conseguono a lunghe corse al parco e/o ore di bimbi in
braccio
- ha quel pizzico di creatività che gli consente
di inventare giochi per intrattenere i piccoli in qualunque contesto (mezzi
pubblici, code agli sportelli, supermercato ecc.)
- ha capacità di ascolto delle varie forme
espressive dei figli: storie inverosimili raccontate dai figli al ritorno da
scuola, pianti notturni, lallazioni sonore in momenti “solenni” (tipo quando
sei in auto e tenti di sentire la radiocronaca di una finalissima), capricci
inspiegabili, canti stonati, racconti particolareggiati di ogni seduta in bagno
ecc.
- quando parte per un viaggio lontano e finalmente
può stare una serata solo con se stesso, si rende conto di annoiarsi
tristemente
- accetta con filosofia il nuovo design che i bambini hanno
conferito alla casa e all'arredamento: pareti con macchie-colori pop art,
pavimento da stadio post concerto di Vasco, vetrine che espongono fra
l’argenteria gambe di Barbie, ruote di camioncini, tessere di puzzle e briciole
di merende
- è genitore ma è anche un po’ bambino e infilare
il dito nel barattolo della nutella è una trasgressione da concedere anche a se
stessi,
e così via…
In tutto questo, l’età anagrafica
del genitore, mi pare che sia solo una circostanza secondaria.
D’altra parte ho abbastanza fiducia nella natura per
ritenere che l’età biologica per diventare genitori coincida con l’età fisica
per sostenerne le fatiche.
Avrei altre considerazioni ma non voglio farla troppo lunga
e mi piacerebbe conoscere il vostro parere.
Che ne pensate?
Vi ritenete abbastanza giovani per essere mamma e papà?
Mi aiutate a completare la lista “il genitore giovane è…”
Ketty
19 commenti
Lascia un commentoIo sono d'accordo con entrambi... Si può essere vecchi fuori ma giovani dentro e sicuramente questo aiuta. Ma avere figli in giovane età riduce l'ansia e alza il livello di sopportazione di bizze e lagne ... Un saluto e buona esplorazione a tutta la famiglia ^_^
Reply"Il genitore giovane è.......quello rimasto bambino". Sarà banale ma credo sia proprio così! Baci!
ReplyEcco io sarò anche impopolare, ma secondo me la giovinezza mentale non ti aiuta a riprenderti dopo una nottata in bianco. Genitori attempati non sono necessariamente pessimi genitori e genitori giovani non sono per forza bravi genitori, ma sinceramente a quarant'anni non si ha la forza di quando si aveva vent'anni. Almeno, io non ce l'ho :)
ReplyE chi lo sa? Io sono diventata mamma per la prima volta a 23 anni e i tre anni insonni che ho passato di recente mi hanno dato un bel colpo, nonostante la giovane età.
ReplyL'anagrafe conta forse dal punto di vista del recupero fisico, ma questo dipende molto dal bambino che hai e di come tu reagisci alla maternità!
Beh io a 33 anni non sono ancora mamma ma, secondo me, i genitori giovani sono quelli per cui è importante vivere momento per momento, che accolgono con pazienza ed un sorriso i numerosi imprevisti, quelli che continuano a stupirsi e a crescere insieme ai propri bimbi, quelli capaci di produrre idee fresche e divertenti anche dopo una pesante giornata di lavoro.
ReplyDomenica mattina, ore 4.45: la bambolotta, 15 mesi, ha deciso che avevamo dormito abbastanza ed ha iniziato le sue esplorazioni.
ReplyHo quasi 39 anni: seppur stanca morta sono stata felice di inseguirla nelle sue scorribande.
Certo ho un aspetto da far paura...
Io credo che potrebbe essere meglio da giovani per una questione di resistenza fisica.
ReplyCredo che tutti si accorgano che a 30 anni svegliarsi dopo aver fatto le due sia diverso che a 20 e correre dietro ad una bici o un bimbo chinati in due, pure, però secondo me il vantaggio si ferma li.
Perché troppo giovani, secondo me, si rischia di essere insoddisfatti (perché si sono dovute bruciare delle tappe) o immaturi, mentre do si è più disponibili a rinuncia per i figli e si ha più maturità. Però sono tutte generalizzazioni che, come hai scritto, non sempre sono legate all'età.
Poi, se uno è' fuori forma a 20 anni ed in formissima a 40, ovvio che anche le differenze fisiche tendono ad azzerarsi.
Ciao Ketty, per quanto mi riguarda la gioventù (primo figlio a 27 anni, la consideriamo tale????) non ha contato molto sulla mia resistenza fisica, nel senso che ne ho più ora con tre figli che all'inizio, visto che ho dovuto abituarmi continuamente ad una drastica diminuzione delle ore di sonno. Inoltre devo dire che al primo figlio ero decisamente più ansiosa, mentre ora sono più consapevole del fatto che una sana sdrammatizzazione aiuta a vivere meglio me e i miei figli, per cui ho adottato il modello "non cassare ad ogni azione" e "liberi dalla frustrazione", pur nel rispetto della reciproca sicurezza!!!! Chiaro che certe consapevolezza arrivano in misura proporzionale, forse, al numero di figli che si fanno, ma anche ad un certo lavoro che viene fatto su di sè, che in età troppo giovane difficilmente si fa...La mia schiena regge anche ora che ho 40 anni pur con tre figli "koala", ma qui lo sport fatto mi ha aiutata decisamente....
ReplyMi piace molto!
ReplySi, le variabili sono tante, hai ragione, non è possibile dare una risposta univoca.
ReplyPensavo che i livelli di ansia e pazienza dipendessero dal carattere ma la tua esperienza mi dà uno spunto di riflessione diverso e interessante. Forse da giovani si è meno ansiosi per una sorta di forza dell'incoscienza?
ReplyChe bello! Stai parlando di te stessa anche se non sei ancora mamma. Splendida!
ReplyA chi lo dici! Ma il trucco serva anche a coprire le rughe del sonno, vero? Evviva il make up!
ReplyMa poi ho scoperto che noi ci vediamo più brutte di come ci vedono gli altri.
L'altro giorno un ragazzo mi ha detto che la maternità mi dona. Incredibile!!!
Ma lo sai che, sulla questione "maturità" hai fatto le stesse considerazioni della mia mamma?! Io sono nata quando lei aveva 22 anni. Condivido anche le riflessioni sulla forma fisica
ReplySara, che bella testimonianza! Grazie!
ReplyIo invece mi sento ancora energica come qualche anno fa. Potessi andare a correre lo sarei ancora di più. Prima o poi riprenderò.
ReplySulla forza fisica non so. Ho sempre in mente l'esempio dei miei suoceri capaci di fare camminate in montagna 6-8 ore al giorno a 70 anni e oltre e di mio padre che corre come un giovanotto dietro a un pallone ogni domenica con la sua squadra a 60 anni suonati.
Io credo che il genitore giovane sia quello che rimane un po bambino, che ha una buona empatia con i bambini, quello che quando ha il figlio bambino che combina un guaio si ricorda di quanti ne ha combinati lui da bambino, che quando ha il figlio adolescente ricorda la sua adolescenza e quante ne ha combinate...insomma quello che sa educare ma anche sorridere, senza drammatizzare.
ReplyIl genitore giovane è quello che sa rimettersi in gioco sempre per i suoi figli, quello che per loro riesce a cambiare un po i suoi principi e il suo modo di essere e non quello che si impone, proprio come si faceva una volta dove decide tutto per i figli (lo sport, i cartoni animati etc).
Il genitore giovane è quello che sa far crescere un figlio libero pur insegnandogli l'educazione (perché la libertà non è sinonimo di maleducazione).
E' vero se a 20 anni facevo le 2-3-4 del mattino alle 7 mi alzavo, una doccia e andavo a lavorare bella pimpante, ora a quasi 43 anni se faccio le 2-3-4 del mattino alle 7 mi alzo molto rinco, mi vesto con i primi vestiti che capitano e accompagno il Gremlins all'asilo e poi rimango rinco tutto il giorno ma anche da rinco riesco a sedermi con il mio piccolo a giocare, a disegnare, a tirare sera per raccontargli la storia della buona notte, a raccontarci i nostri segreti, a chiacchierare di tutto e a rispondere a tutti i suoi perché, ad avere 3/4 bambini per casa che corrono, urlano e tirano fuori il mondo, a fare un pigiama party per gli amici del Gremlins quando io vedo solo il letto come un miraggio ma riesco a farli divertire tutti e a farli andare a casa contenti con la richiesta "lo facciamo un'altra volta?". Ecco io quando faccio tutto questo, anche se sono stanca, mi sento più giovane e più gratificata di quando avevo 20-30 anni. E poi per diventare mamme bisogna avere a fianco anche degli uomini che sappiano fare i papà e mentre a 20 anni per inesperienza si possono prendere degli abbagli quando diventi più grande sei consapevole che puoi sbagliare marito ma non il padre dei tuoi figli!
Poi ci sono mamme 30enni che invece sembrano mia madre (che di anni ne ha 67): decidono tutto loro, i figli non possono parlare, non gli leggono una fiaba, non giocano mai con i loro figli perchè "è carattere, sono fatta così" etc etc
E allora chi è più giovane? Io o loro? ;)
Un abbraccio!
Giorgia
Ketty... fantastico!
Replyil tuo elenco dice tutto. l'età giusta per seguire un figlio è quella che ti permette di arrivare al livello del suo sguardo senza sentire la differenza.
questo post è meraviglioso <3