Settembre è il mese in cui ricomincia l'anno scolastico e per alcuni, mio figlio ad esempio, è il primo anno che ci si "addentra" in una struttura scolastica.
Oggi sono qui a scrivere quelle che ho provato io, non lui (anche perchè avevo fatto previsioni troppo azzardate).
Io fino a che non ho varcato quella soglia congetturavo e pensavo, immaginavo e mi consolavo da sola. "Farà così, lo conosco", "Non parlerà, lo so" ecc.. ecc. Poi mi sono detta, entrerò dal portone principale della scuola..voglio vedere, voglio osservare cosa farà senza troppi preconcetti. L'ho accompagnato alla fermata dello scuolabus col cuore a mille, "sicuro che adesso piange" pensavo..mentre attendevamo l'arrivo del "pulmino1" lo vedevo sorridente che mi faceva milioni di domande su cosa sarebbe successo dopo, anche se già glielo avevo spiegato migliaia di volte , incredibilmente sereno, tranquillo come se quelle domande me le facesse per rassicurare ME!
Io, una mamma che lavora al nido, che ha fatto tanti inserimenti di bambini in lacrime, che ha rassicurato tante mamme, mi trovavo pietrificata alla fermata di un autobus per mano a mio figlio che era elettrizzato dalla novità. E' salito con il mio braccialetto in mano, uno di quelli di gomma che si comprano per festeggiare l'estate.."Lo tengo con me, se ho voglia della mamma, lo stringo forte e mi sembra che ci sei!"
Ohmmioddio!!! L'ha già capito??Non è possibile..e con mille pensieri in testa ho preso l'auto e mi sono avviata verso la scuola. Lì davanti fiumi di mamme con sorrisi tirati e preoccupazione che si affettava col coltello. Entro. Lo vedo arrivare dall'entrata posteriore con un dito alla bocca, pensieroso che guarda il soffitto, le scale, le pareti. Mi vede. "Adesso parte la sceneggiata napoletana" penso (e un po' ne sarei contenta). Mi sorride e mi chiede di accompagnarlo nella stanza. Fa con me qualche gioco, sempre con la calma serafica di un uomo quasi adulto, guarda nei cassetti, i disegni alle pareti, gli altri bambini.
La maestra legge un libro, lui va vicino insieme ad altri ad ascoltare, sono passati 40 minuti dal nostro arrivo e lui ancora non piange.
Mi avvicino, gli dico: "Vado a casa a riportare questi fogli, ti aspetto alla fermata del pulmino. Rimani qui a giocare."
"Va bene mamma, ciao".
Quattro parole, liquidata.
Ma come?? E ora?? Sono tornata a casa con un misto di delusione e felicità. Tutto quello che avevo preventivato non si è avverato..tutte le mie congetture al vento..io che lo credevo timido e di poche parole, l'ho sentito chiedere alla maestra dove fosse il bagno e perchè dei disegni erano storti.
Tranquillo, a voce bassa, un po'defilato dal gruppone che costruiva torri di costruzioni e le distruggeva..ma sereno.
Ecco qui il "mio" primo giorno di asilo. Come sempre sono i bambini che ci guidano su come aiutarli, inutile farsi problemi prima. Piangerà, avrà periodi difficili..può darsi ma per adesso sono felice per lui e per me.
Francy
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Oggi sono qui a scrivere quelle che ho provato io, non lui (anche perchè avevo fatto previsioni troppo azzardate).
Io fino a che non ho varcato quella soglia congetturavo e pensavo, immaginavo e mi consolavo da sola. "Farà così, lo conosco", "Non parlerà, lo so" ecc.. ecc. Poi mi sono detta, entrerò dal portone principale della scuola..voglio vedere, voglio osservare cosa farà senza troppi preconcetti. L'ho accompagnato alla fermata dello scuolabus col cuore a mille, "sicuro che adesso piange" pensavo..mentre attendevamo l'arrivo del "pulmino1" lo vedevo sorridente che mi faceva milioni di domande su cosa sarebbe successo dopo, anche se già glielo avevo spiegato migliaia di volte , incredibilmente sereno, tranquillo come se quelle domande me le facesse per rassicurare ME!
Io, una mamma che lavora al nido, che ha fatto tanti inserimenti di bambini in lacrime, che ha rassicurato tante mamme, mi trovavo pietrificata alla fermata di un autobus per mano a mio figlio che era elettrizzato dalla novità. E' salito con il mio braccialetto in mano, uno di quelli di gomma che si comprano per festeggiare l'estate.."Lo tengo con me, se ho voglia della mamma, lo stringo forte e mi sembra che ci sei!"
Ohmmioddio!!! L'ha già capito??Non è possibile..e con mille pensieri in testa ho preso l'auto e mi sono avviata verso la scuola. Lì davanti fiumi di mamme con sorrisi tirati e preoccupazione che si affettava col coltello. Entro. Lo vedo arrivare dall'entrata posteriore con un dito alla bocca, pensieroso che guarda il soffitto, le scale, le pareti. Mi vede. "Adesso parte la sceneggiata napoletana" penso (e un po' ne sarei contenta). Mi sorride e mi chiede di accompagnarlo nella stanza. Fa con me qualche gioco, sempre con la calma serafica di un uomo quasi adulto, guarda nei cassetti, i disegni alle pareti, gli altri bambini.
La maestra legge un libro, lui va vicino insieme ad altri ad ascoltare, sono passati 40 minuti dal nostro arrivo e lui ancora non piange.
Mi avvicino, gli dico: "Vado a casa a riportare questi fogli, ti aspetto alla fermata del pulmino. Rimani qui a giocare."
"Va bene mamma, ciao".
Quattro parole, liquidata.
Ma come?? E ora?? Sono tornata a casa con un misto di delusione e felicità. Tutto quello che avevo preventivato non si è avverato..tutte le mie congetture al vento..io che lo credevo timido e di poche parole, l'ho sentito chiedere alla maestra dove fosse il bagno e perchè dei disegni erano storti.
Tranquillo, a voce bassa, un po'defilato dal gruppone che costruiva torri di costruzioni e le distruggeva..ma sereno.
Ecco qui il "mio" primo giorno di asilo. Come sempre sono i bambini che ci guidano su come aiutarli, inutile farsi problemi prima. Piangerà, avrà periodi difficili..può darsi ma per adesso sono felice per lui e per me.
Francy
5 commenti
Lascia un commentoNiente di più vero: sanno sempre stupirci, e forse noi proiettiamo le nostre ansie su di loro. La mia Principessa pianse dopo due mesi circa, per tre o quattro mattine, al momento del distacco. Varcavo la porta e già smetteva. Chi mi diceva: "piangono tutti, chi prima e chi dopo!" Avevano ragione. Tieniti sempre pronta, ma goditi la felicità.
ReplyA presto, momfrancesca.
Certo che mi tengo pronta..il pianto è un passaggio che tutti attraversano chi prima e chi dopo..nell'attesa sorrido..e anche quando la crisi arriverà so che passerà..a presto
Replyfrancy
Che forza questi piccoli uomini! Anche i miei i primi giorni erano tutti gasati dalla novità e non mi calcolavano gran che... poi nelle settimane successive hanno avuto la crisi. Pianti al momento del distacco e mega capricci a casa, durati qualche mese.
ReplyTi auguro che a te non succeda, nel caso stai pronta a tutto e vedrai che passa!
Che bello! Potrai star serena anche tu, sapendolo tranquillo: è una grande conquista!
ReplyWow, meno male!!!
ReplyQui sono tragedie e infiniti risvegli notturni...
Che bravo il tuo piccolo ometto!!