Fra pochi giorni Curious Kid compirà un anno.
Fervono i preparativi per il suo primo birthday party ma
soprattutto esplodono i ricordi di questi felicissimi 12 mesi.
“Che sensazione di vita sentirlo con tutto il suo possente peso sopra il mio ventre e non più dentro!”
“Assomiglia a me...”
“Ha detto mamma!”
“Il
cane gli ha leccato tutto il viso ahahahaha!”
"Com'è buffo mentre gattona"...
ecc.
ecc.
La gioia dei ricordi resta sospesa solo dinanzi ad una
consapevolezza: quando compirà un anno, non avrò più diritto ai riposi
giornalieri comunemente conosciuti come “permessi per
l’allattamento”.
La settimana prossima, dunque, tornerò al lavoro a tempo
pieno.
Qualcuno potrà obiettare che in fondo sono solo due ore in
più di lavoro al giorno.
Di solito per le mamme è più traumatica la conclusione
del periodo di congedo di maternità che obbliga a tornare al lavoro dopo mesi
trascorsi a casa in totale dedizione del neonato.
Per me, è diverso. Sono
tornata volentieri al lavoro dopo quasi sei mesi a casa. Lavoravo fino al primo
pomeriggio e tornavo presto, così presto da poter dedicare al piccolo un tempo
esclusivo prima che la primogenita ritornasse a casa dall'asilo, così presto da
potermi dedicare alla preparazione della merenda oltre che al suo consumo (e
quanto mi piace preparare la merenda con fantasia).
Usufruendo dei riposi
giornalieri, di fatto ho provato il part-time che mi ha consentito di conciliare
il bisogno di autoaffermazione lavorativa e le necessità di mamma.
Quante poppate, quante coccole, quanti giochi, quante
merende con i miei bimbi in quelle due ore in più che la legge mi ha concesso.
Sia benedetto chi ha proposto ed approvato questa legge che offre ai genitori
una risorsa fondamentale per accudire i figli: il tempo.
Come sarà la mia vita dalla settimana prossima?
Sono combattuta fra una sensazione di tagliente malinconia
ed una di eccitazione. E’ un cambiamento
e per carattere i cambiamenti mi stimolano molto. E’ un’altra sfida. Non so
ancora come farò, sto studiando soluzioni, ma le proverò tutte per organizzarmi
in modo da non perdere i nostri pomeriggi “coccolosi”.
Detto questo, mi piace concludere il post con un’annotazione
pratica.
Per le madri lavoratrici dipendenti che non sanno ancora come
funzionano i “riposi giornalieri”, riporto uno schema della norma (art. 39 del decreto legislativo 151/2001):
Periodo in cui si può usufruire dei riposi:
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durante il primo
anno di vita del bambino
|
In cosa consistono:
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due periodi di riposo, della durata di un'ora ciascuno, anche cumulabili
durante la giornata. (* vedi nota sotto)
Il riposo è uno solo quando l'orario giornaliero di lavoro è
inferiore a sei ore
|
Dove si può usufruire dei riposi:
|
è consentito usufruirne sul luogo di lavoro e fuori
|
Eccezione:
|
i periodi di
riposo sono di
mezz'ora ciascuno quando la lavoratrice fruisca
dell'asilo nido o di
altra struttura idonea istituiti
dal datore di
lavoro nell'unità
produttiva o nelle immediate vicinanze di essa (** vedi nota sotto)
|
Può il datore di lavoro impedire alla mamma lavoratrice di usufruire
dei riposi?
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Assolutamente no!
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NDR
* io, per es. ne ho usufruito a fine giornata di lavoro, cumulativamente;
** per ora, asili nido presso i luoghi di lavoro li ho visti solo nelle puntate di Grey’s Anatomy ;-) e voi?
Se avete voglia o necessità di consultare il Testo Unico delle disposizioni in materia di tutela e sostegno della maternità e della paternità, vi riporto qui il link del testo aggiornato in vigore: D. lgs 151/2001
E voi come avete vissuto il ritorno al lavoro dopo il congedo e allo scadere dei riposi?
Ketty
8 commenti
Lascia un commentoPer me niente congedo e niente riposi...le leggi non tutelano i liberi professionisti, ne' le partite IVA e, ad essere onesti, manco tutte le dipendenti (all'atto pratico non tutte le società e ditte congedo o i permessi...obbligatori, ok, ma nel concreto..).
ReplyIl part ti e credo sia un po' il sogno di tutte le madri..comunque vedrai che riuscirai ad organizzarti per stare vicino a loro, anche se qualche ora in meno. E' dura, lo so, ma non si hanno alternative!
Il primo anno e' proprio un traguardo importante, soprattutto perché dal primo al secondo anno fanno un cambiamento abissale!!!
Oggi la bambolotta compie un anno e sono una miracolata ad aver ottenuto il part time...ma non sono affatto tranquilla perché ho appena scoperto una magagna sulla busta paga di maggio (ebbene sì, ci pagano con un certo ritardo e non per la crisi: funziona proprio così) e dallo stipendio del full time mi mancano "diverse" centinaia di euro.
ReplyFiguriamoci cosa mi combineranno col part time! Spero non mi costringano a lasciare
Dal vecchio lavoro mi sono dimessa proprio la settimana prima che Nicolò compisse l'anno: in quel periodo ero una larva, distrutta dalla mancanza massiccia di sonno e le prospettive lì non erano per nulla favorevoli. Quando hanno risposto picche alla mia richiesta di part time mi sono licenziata all'istante, così almeno ho preso la disoccupazione per qualche mese.
ReplySono rimasta a casa parecchio prima di rientrare nel giro ma ci ho guadagnato in salute e armonia familiare.
Se sul lavoro ti trovi bene tienitelo stretto e cerca la soluzione organizzativa migliore, altrimenti cambia strada!!! In bocca al lupo
Grazie dell'incoraggiamento, mamma avvocato.
ReplyAnni fa esercitavo anch'io la libera professione ma poi ho deciso di cambiare lavoro anche perché avevo intuito che, per come sono fatta io, non sarei riuscita a vivere serenamente il rapporto libera professione-famiglia.
In bocca al lupo! Se riesci a ottenere regolarmente il part-time con giusta retribuzione, sappi che rappresenti il sogno di tante mamme!
ReplyCara, la tua si chiama saggezza ma anche coraggio premiato quando hai trovato un altro lavoro.
ReplySono ottimista sulla mia situazione. C'è solo da superare il primo periodo di adattamento. Per fortuna nel mezzo ci sono anche le ferie d'agosto così il passaggio dal part-time al full-time sarà graduale.
molto molto utile...io in entrambi i casi avendo un lavoro a tempo determinato ho preso solo la maternità obbligatoria e via...e ho cercato anche economicamente di poter assecondare le mie esigenze di mamma a quelle di rientrare nel mondo del lavoro trovando una mentalità ancora poco flessibile e spesso discriminatoria. Mi sono fatta il mazzo per dimostrare, unica mamma nel mio gruppo, che potevo rendere e dare la stessa disponibilità degli altri per poi chiedere orari continui per uscire prima o come ora due pomeriggi a settimana a casa. LA flessibilità è la parola chiave perché ci fa rendere moltissimo e anche la complicità perché ho trovato poi colleghe che una volta diventate mamme hanno messo in difficoltà tutti e questo poi rimane più impresso di tanti sacrifici
ReplyCiao cara,
Replygoditi il tuo gioiellino. Fino a che è piccolo strapazzalo di coccole e baci che poi cresce e ti garantisco che tra qualche anno i baci di mamma non li vuole più.... :)))))
E' da parecchio che la mia non li vuole più... va beh ce ne ha quuas 25 ma io sarei anacora disponibile!!!!! ahahahahah
Ciao!