I bambini sono palloncini

Ci sono momenti  in cui mi sento schiacciata.
Le zavorre:  adempimenti lavorativi, faccende domestiche, tristezza delle cronache, le mie noiose imperfezioni.

Poi li guardo.

La treenne.

Di notte a volte si dispera per gli incubi e al mattino è già un fiore dischiuso di allegria esplosiva.

Litiga col cuginetto nei lacrimoni e dopo cinque minuti è là che intona filastrocche con voce cristallina.  


Si infuria per i no, ci rifiuta fermamente e poi all'improvviso, ricomincia a snocciolare dolcemente i suoi "mammina" e "papino".

Il neonato.

Ha mal di pancia e strepita ma anche in quei momenti resta acceso il suo sguardo sul mondo, curiosità ingorda.

Ha la voce fioca per il suo primo mal di gola ma dopo un minuto di allattamento, come nulla fosse, ha già affondato le manine esploratrici fra i miei capelli, gli occhi e le ciglia.

Piange perché un rumore l'ha scosso durante il pisolino e dopo un po' dispensa sorrisi luminosi.

I bambini sono l’antidoto.

Sono palloncini con la forza di mongolfiere. Ed anche i miei pesi, con loro, si dissolvono presto fra nuvole ovattate.

Ketty
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